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Le spine di una …Rosa | Marzia Polito

Le spine di una... RosaUn grido che lacera il silenzio

Il romanzo d’esordio di Marzia Polito, “Le spine di una…Rosa” lancia un forte grido di denuncia, seguendo le fila una storia vera, indirizzata in particolar modo a quelle donne che, in silenzio, accettano e subiscono una realtà indigesta per puro quieto vivere.

Protagonista di questa toccante testimonianza è Rosa, abituata a passare intere nottate insonni sotto il patio della propria casa, fissa con lo sguardo a osservare una magnolia, con i tormenti della mente a tenerle compagnia.

All’età di 11 anni conosce Nando, figlio della dirimpettaia Filomena, che poi sarebbe diventato suo marito; a quell’età Rosa non avrebbe mai potuto immaginare che quell’incontro preadolescenziale sarebbe poi evoluto verso il matrimonio.
Così come, mai, avrebbe potuto immaginare che il suo sogno di sposa si sarebbe trasformato in un vero e proprio incubo. Ben presto, infatti, scoprirà che dietro lo sguardo innamorato di Nando si cela, invece, un uomo senza scrupoli e disumano.

Quale uomo può costringere la propria donna a costanti violenze, dopo aver saputo che è incinta?
Poco prima delle nozze, Nando scopre la prima gravidanza di Rosa e non le risparmia né maltrattamenti, né percosse, né aborti clandestini per le gravidanze successive.
Un uomo spietato dedito solo a soddisfare i propri piaceri con una dose di cruda perversione, per rimarcare continuamente la desiderata superiorità.
Proprio come una rosa, la vita della protagonista è disseminata di spine.

Come accade spesso, purtroppo, la verità cede il passo agli odiosi silenzi, alimentati dal “nessuno deve sapere”.
Così Rosa, per il bene dei suoi tre figli, Adele, Alberto e Monica e per aggrapparsi all’idea di un amore in cui ha sperato con tutte le sue forze, tace anche di fronte alle evidenze della crudele bestialità di Nando.

Quando persino i figli sceglieranno di allontanarsi da questo nucleo malato, per Rosa ormai sarà troppo tardi: ormai stanca settantenne, si sorprenderà di nuovo all’ombra di quella magnolia con la triste consapevolezza di aver passato una vita nel terrore e di averlo ininterrottamente giustificato.

L’autore

Marzia Polito nasce e vive a Roma, città nella quale si dedica agli studi come Tecnico di laboratorio chimico biologico, conseguendo il diploma nel 1993.

Dopo alcune esperienze in ambito ospedaliero, rivolge la propria attenzione agli animali, svolgendo soprattutto attività di volontariato per cani e gatti randagi.

Nel 2013 asseconda la sua grande passione per la scrittura: frequenta così un corso creativo presso il laboratorio “Tocco degli Angeli” con la docente ideatrice Lucia Gilli. È in questa occasione che riscopre nella scrittura una fedele alleata attraverso cui far penetrare “il mondo” nel personalissimo “mio mondo”: la strada per aprirsi a se stessa sapendo di essere continuamente protetta dalla barriera delle pagine bianche.

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A seguito del corso di scrittura creativa Marzia intraprende le prime esperienze editoriali, contribuendo alla realizzazione di alcune antologie, per poi dar vita al suo primo romanzo, incentrato sulla figura di Rosa.
Un esordio narrativo con cui si schiera dalla parte del debole, connotando di un’alta dose di socialità il suo romanzo d’esordio.

Lo stile di “Le spine di una…Rosa”

Il freddo scenario dipinto dall’autrice non è poi così distante dalle case di molte donne sebbene si faccia fatica a crederlo.

Il romanzo di Marzia Polito nasce sotto il segno del realismo: un giorno di primavera, seduta in un bar, una signora sconosciuta, dopo tre ore, due caffè e un pacchetto di sigarette, si apre per buttare via tutta la sua storia, come fosse aria soffocata nei polmoni.
E non si può optare per il silenzio davanti alle parole sconsolate di chi ha creduto in un amore malato, tarlato dalla violenza e da una disarmante indifferenza che lo ha ridotto in briciole di ricordi confusi e lontani.

Almeno, non questa volta!

Questa volta è la denuncia a trionfare, con la sua carica sovversiva e bramosa di verità e rivincita. La vita spinosa di Rosa, preda in un labirinto di soprusi e vigliaccherie, lì dove si accetta tutto perché «gli uomini possono fare ciò che vogliono», meritava di diventare esempio.
Lo sguardo di Rosa per colmare il grande vuoto di moralità che la società continua a ignorare, permettendo che una vittima sacrificale preferisca un silenzio lacerante al grido di dolore, pur di sopravvivere.

Per una ricostruzione veritiera dei fatti l’autrice predilige uno stile asciutto e conciso, un linguaggio stringato, aspro come la cattiveria di Nando, breve come le lapidarie parole di scambio tra i personaggi della storia.
Risulta molto efficace la scelta di un meccanismo di regressione: l’autrice indietreggia per far spazio all’universo di Rosa annullando completamente la propria realtà, restituendole quella voce che credeva di aver perso, ridonandole una dignità calpestata e straccia.

Perché non è mai troppo tardi per sognare un destino migliore, imbracciare lo scudo del coraggio e rompere il velo del silenzio, dichiarando guerra a ogni forma di violenza.

Il libro è disponibile sui vari store online o sul sito della Casa Editrice.

Autore: redazione

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