Non adesso, per favore | Annalisa De Simone
Non adesso, per favore
Il 6 aprile 2009 L’Aquila è devastata dal terremoto più potente del secolo. Le ferite sono ancora lì nella città, per le vie, tra le mura, sulle cupole delle cattedrali, nei volti, sulla pelle, nell’animo degli abitanti.
Annalisa è una giovane donna che vive a Roma e che per puro caso rientra a L’Aquila per la Domenica delle Palme su insistenza dei genitori. Il destino ha voluto inchiodarla li. Solo qualche ora prima ha visto concludersi la sua storia d’amore con Vittorio Ferretti. La storia è cominciata a Roma dopo la presentazione del libro del noto scrittore, più grande di lei di circa vent’anni. Lei è un’aspirante scrittrice che lavora in una casa editrice di nicchia. Il gotha della società si presenta a lei e ne è attratta mescolando amore a riconoscenza, ammirazione a idolatria. Nasce una storia d’amore e sesso intenso che danno una nuova giovinezza a Vittorio e un sogno ad Annalisa.
“E’ un uomo colto, riservato, autentico. Nessuna ansia perfomativa, nessuna manipolazione per farti intendere che lui sa, che lui ha, che lui può. Quando siete insieme è capace di un amore profondo, un amore che però non vuole ammettere né notificare.”
La storia è impari, è Vittorio a determinare i tempi e l’enfasi. Tutti i desiderata di Annalisa si annientano di fronte a lui, tutti i discorsi da lei preparati a casa per affrontare il loro rapporto si sgretolano dinanzi a “Entra! E cominciò a spogliarmi”.
Annalisa si ritrova così dal 6 aprile ad affrontare una storia conclusa con un semplice “Non riesco, non ce la faccio ad andare oltre” per giunta nella mansarda al mare, costretta a sfollare con i genitori e la nonna.
Esiste così una vita prima e dopo il terremoto.
La convivenza forzata che la obbligherà a rivedere tutto, a ricordare e a capire il passato soprattutto nel rapporto difficile col padre, un uomo freddo dedito al lavoro, cresciuto nella povertà e riscattatosi da solo, il quale, con la perdita del negozio, vede la sua vita finita.
Il rapporto padre-figlia è sempre stato burrascoso e anche violento
“il fatto è che se non lo conosci non ti aspetti la violenza. Se sei sua figlia te l’aspetti eccome, ma rimane una sorta di meraviglia per lo scollamento fra il padre bonario e il suo lato d’ombra”.
Così il tempo passa lentamente nella mansarda e l’inattività porta Annalisa ad uno sbandamento psicologico stavolta risolto con decisione proprio dal padre ostile.
La critica
Il romanzo è diviso in due parti, appunto il prima e dopo terremoto. La vita sentimentale di Annalisa da single e a Roma prima, e la famiglia e il suo obnubilamento dopo.
La giovane autrice sa entrare benissimo nel vivo della storia d’amore, non tralasciando descrizioni minuziose dei sentimenti e del sesso tra i protagonisti. Purtroppo devo rilevare un calo di densità di scrittura proprio nella parte che più avrebbe dovuto richiederla, cioè quella relativa allo sconvolgimento emotivo, sensoriale, rabbioso del terremoto. In alcuni passaggi il libro sembra un articolo di cronaca senza pathos e carica lessicale. I protagonisti sono descritti nei loro sentimenti e non caricati degli stessi, essi non li vivono e non li affrontano, coinvolgendo relativamente poco il lettore.
Senza ombra di dubbio è il finale che fa rivedere un po’ tutta la storia, portandoti a riconsiderarla e rileggerla in chiave diversa.