“Seguendo il suono aritmico del cuore” di Monica Gazzetta
Trama
“Seguendo il suono aritmico del cuore” è il secondo emozionante romanzo di Monica Gazzetta, ispirato da un reale frammento di vissuto presso l’Associazione “Giovani e cuore aritmico” (Geca onlus) in cui l’autrice ha svolto un breve periodo lavorativo. Molti giovani sono all’oscuro di tali patologie e quando improvvisamente il cuore rivela un ritmo insolito non sempre è facile doversi adeguare a un nuovo stile di vita.
Lo sa molto bene Sara che si riscopre portatrice di una cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, malattia di carattere ereditario che ha causato la morte di sua madre quando lei era soltanto una bambina di dieci anni. La sua vita padovana dovrà fare i conti con una realtà inaspettata, perché la ragazza subirà i contraccolpi di una nuova grande paura con cui convivere. Con l’aiuto dell’amica Daiana, Sara scoprirà un’associazione che ha lo scopo di supportare le persone affette dalla stessa malattia, pronta a sciogliere ogni dubbio medico e personale. Nulla però può fermare la libertà di una ragazza che ama intensamente la vita: Sara deciderà di seguire le radici del suo DNA che, per metà irlandese, la condurrà alla volta di quel verde brillante per conoscere i suoi parenti e informarli del rischio cardiopatico che potrebbe coinvolgerli. Sulla scia di luoghi sacri e leggende celtiche, raccoglierà piccole schegge della vita della madre che la avvicineranno a una famiglia fino a quel momento ignorata. Soltanto così comprenderà di non essere sola, imparando ad amarsi grazie alla riscoperta degli altri.
L’autrice
Monica Gazzetta nasce a Jesolo nel 1982, dove attualmente vive. Dopo un diploma conseguito presso un istituto per geometri sceglie di ribaltare il suo percorso di studi iscrivendosi alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova. Dopo la Laurea, svolge il tradizionale tirocinio professionalizzante presso un centro di aggregazione giovanile, in cui l’approccio alla socialità è molto forte. Lavora così per quattro anni con ragazzi in abbandono scolastico e lavorativo: da questa esperienza deriverà il primo romanzo dal titolo “Nota Stonata”, edito dalla Booksprint Edizioni. Successivamente collabora con una nuova associazione, “Giovani e cuore aritmico” (Geca onlus) che farà scattare in lei la molla per un nuovo romanzo, direttamente influenzato dalle interviste e dai racconti coraggiosi delle vite di pazienti cardiopatici, spesso molto giovani. Scrivere un libro che rendesse omaggio alla loro tenacia sarebbe stato sicuramente il regalo più bello che potesse fare, ad essi oltre che a se stessa, contribuendo inoltre alla divulgazione di informazioni su tali patologie. Nella sua “to do list” quattro idee per altrettanti romanzi in attesa di prender forma, continuando ad assecondare l’insaziabile passione per la scrittura che la accompagna dall’età di dieci anni.
Lo stile
Questo romanzo nasce da storie vere, ascoltate e trascritte, che hanno toccato le corde più sensibili dell’autrice al punto da donargli nuova voce. Sono pagine che con uno stile ironico e veloce raccontano la difficoltà di accogliere malattie che non si sapeva di possedere, in un primo momento sconvolgenti ma che, lentamente, hanno molto da insegnare. La narrazione è così scandita da un inizio amaro in cui la protagonista Sara scopre di essere affetta da una cardiopatia aritmogena; ad esso segue il viaggio, un momento di profonda crescita individuale incrementata dalla conoscenza di una famiglia lontana e disseminata tra le colline irlandesi che Sara percorre nonostante il suo battito dissonante. Infine, l’esperienza insegna che spesso l’unico luogo dal quale si è continuamente in fuga è più semplicemente se stessi. A questo salto nel nuovo non può che seguire quindi il ritorno, ultimo grande tema del romanzo. Sara tornerà in Italia più forte, più decisa circa le scelte da prendere, più arricchita per aver seguito il suono aritmico del suo cuore. Quello che dal titolo può esser confuso con un romanzo rosa si rivela in realtà un grande insegnamento di vita, impreziosito dall’atmosfera sempre sognante dell’Irlanda, tocco autobiografico dell’autrice che, oltre ad ispirarsi a scrittori irlandesi quali Flann O’Brien, Brandan O’Carroll e Roddy Doyle, nel corso della quarta stesura del libro si trovava proprio nella ridente Galway.
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