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Topo Gigio: il topino più tenero che c’è

 Cosa mi dici mai?… Strapazzami di coccole…

Sono un topino in pantaloni e maglioncino, con una bella testa tonda, due grandi orecchie larghe, il nasino a punta, i baffetti lunghi e dal 1959 sono la passione di tutti i bambini e anche di tanti adulti, per non parlare dei nonni. Non ce ne voglia la signora Maria Perego da Venezia, trapiantata a Milano, se in un libro, “Io e Topo Gigio” edito da Marsilio, che racconta la sua vita artistica e privata nel mondo dello spettacolo e della televisione, l’attenzione punta sulla sua creatura straordinaria. È uno dei topi più simpatici e conosciuti nel mondo, caro agli spettatori di cinquanta nazioni nel mondo e anche più. Moltoprene, schiuma plastica a base di poliestere, molto efficace sotto le luci delle riprese in tv, prodotta da uno stabilimento in Brianza: ecco la materia prima che ha consentito all’attrice e burattinaia Maria Perego di dare vita a tanti personaggi, specie a un topolino pazzerellone e allegro, intelligente e birbante, dolce e tenerissimo. Oltre al materiale particolare, il resto lo ha fatto Maria, adattando agli studi televisivi una tecnica del teatro giapponese delle marionette, da lei alleggerita della caratteristica staticità, dando vita ad una animazione su fondo buio praticata da personale interamente vestito di nero, per confondersi coi fondali, diventando invisibili in onda e rendendo così ancora più vivi e vitali i pupazzi ripresi in primo piano. E il Pupazzo con la P maiuscola è Topo Gigio, una star mondiale. Oltre alla potenzialità di movimento, l’altra innovazione furono proprio le movenze. L’innovazione risiedeva nelle giuste dimensioni dei pupazzi di moltoprene, quelle adatte a infilare le dita a guaina nelle gambette e l’altra mano in testa, avendo così il controllo di tutte le parti del corpo, specie del capo: bocca, occhi, orecchie. La nuova impugnatura consentiva a Maria e al compagno della sua vita, Federico Caldura, di imprimere movimenti di una verosimiglianza e agilità stupefacenti. Sciolto, esuberante, scattante nelle mosse e con straordinarie possibilità di interagire con altri personaggi e partner umani, Topo Gigio è diventato un’attrazione dell’Ed Sullivan Show, duettando col popolare conduttore americano. Per non dire delle strepitose gag al fianco di Raffaella Carrà, Heater Parisi & C. Tutta una sequenza di balzi, corsette, capriole, passettini e soprattutto moine antropoforme, rese ancora più efficaci dalla voce eccezionale di un attore siciliano, Peppino Mazzullo. Presentati da Mago Zurlì (l’attore e regista Cino Tortorella), Mazzullo e Topo Gigio sono stati i mattatori della TV dei Ragazzi degli anni Sessanta, con incursioni anche nei programmi serali, compresi quelli del sabato, Studio Uno per tutti. Topo Gigio non è primogenito, tuttavia. Alle origini c’è stato un semplice alberello di Natale in spugna luccicante, che dalla vetrina di un barbiere colpì l’immaginazione della giovane Perego. Poi vennero cactus, trombettine, cagnolini, pupazzi e pupazzoni, sempre su fondali neri. Nell’era del moltoprene nacque Leo Cabaret, un leone snob che cantava con la voce rauca, sempre brillo di champagne e barcollante, innamorato perso di una pelle di leone, che non lo ricambiava di pezza. Tra i predecessori, c’è anche il Guaglione, uno scugnizzo proposto nella Canzonissima televisiva 1958. Nella teletrasmissione Alta Fedeltà, fece la prima apparizione un topo morbidone, con una gran testa dondolante e ampie orecchie. Era nato Gigio. Niente però è solo rose e fiori dietro le scene. Lo spettacolo e Topo Gigio hanno dato tanto alla Perego, la tv e quel topino le hanno pure tolto molto. Maria non nasconde le difficoltà, gli ostacoli da superare ma anche i ricordi belli, ad esempio, il lungo e amorevole sodalizio con Sandra Mondaini.

Topo Gigio pupazzo esiste ancora, ma non è più attuale e possibile – sostiene la sua “mamma” – c’è la tecnologia e il personaggio è diventato virtuale. Ma lo sento mio anche così, perché conserva lo stesso approccio nel gesto, nella grazia, nei movimenti, nel modo di camminare che deve essere mantenuto.

Autore: EffeElle

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