La verità e altre bugie, il romanzo vero di un bugiardo patologico La verità e altre bugie, il romanzo vero di un bugiardo patologico

La verità e altre bugie, il romanzo vero di un bugiardo patologico

la verità e altre bugie recensione“Signor Hayden, ha scritto una cosa meravigliosa, davvero meravigliosa. Ha già ceduto i diritti?”. Una risposta e la vita cambia per l’eroe cinico e negativo – sotto l’aspetto dei sentimenti è un pezzente – del primo romanzo di Sasha Arango, La verità e altre bugie, edito da Marsilio (246 pagine 17 euro), esordio stupefacente per lo sceneggiatore tra i più noti in Germania.

Sicché, il primo titolo di Henry Hayden, un thriller molto violento, riesce a vendere dieci milioni di copie in tutto il mondo. I profitti salvano la casa editrice in bancarotta e otto anni dopo è un autore tradotto in venti lingue e con molti premi all’attivo per cinque best seller. A parte Henry, solo la moglie Martha sa però che lui non ha scritto nemmeno una parola dei suoi libri.

Non è la sola grande menzogna nella vita di Hayden, scrittore di successo senza merito. Tradisce anche la moglie. Lo fa da tempo, con la curatrice delle sue edizioni. L’ha messa anche incinta e lei vorrebbe che rivelasse tutto alla consorte e la piantasse. Invece, sebbene Betty aspetti un bambino (spero che sia femmina, si augura) il pluri-traditore vorrebbe liquidarla, ma non ce la fa.

Henry è un falsario nato, un bugiardo psicopatico. Non è affatto vero che da bambino sia stato l’unico superstite di un naufragio nel Mare del Nord. Il padre non si era mai dedicato alla caccia grossa. Orfano sì, a 9 anni, ma in circostanze ordinarie, anche se col decesso del genitore alcolista il pur piccolo figlio aveva qualche collegamento se non proprio responsabilità. E in orfanotrofio era stato un bullo prepotente. Il peggiore di tutti.

Martha scrive. Non le interessa la letteratura, vuole soltanto scrivere e lo fa benissimo. Trame perfette, finali imprevedibili, non una parola di troppo. Il primo romanzo ha portato montagne di soldi. Si sono trasferiti in una casa più bella, più grande. Ma il denaro non ha effetto sulla donna, continua a scrivere imperterrita. È solo Henry a giovarsi della ricchezza. Compra abiti costosi, si permette auto italiane, si concede momenti preziosi con belle donne.

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Ma Betty non gli dà tregua. Aspetta suo figlio, gli intima di mettere Martha alla porta e vivere solo per lei. La risposta dell’uomo conteso, inconfessabile, non risparmia pensieri perversi. Parlare alla moglie? Prenderla di petto? Andarsene? O rivolgersi contro Betty, farla abortire, allontanarla, sopprimerla?

Allusivo il duello all’ultimo sangue con una martora, che ha la tana nell’intercapedine sopra il soffitto. Si sente zampettare, raspare, grattare e un esasperato Henry decide di snidarla. Al primo scontro riporta una profonda ferita di denti aguzzi al polso. È guerra. Si arma di un fucile subacqueo e in preda a un raptus sfonda un’apertura nel sottotetto. Però è sempre stretto: due a zero per la martora, a suo agio negli spazi angusti. Lui riesce ad auto fiocinarsi e rischia di finire in pasto alla bestiaccia.

Vita o morte tra un uomo e un animale carnivoro, un momento insolito ma simbolico nella vita di un grande bugiardo.
Henry non sarà promosso, legge nei documenti scolastici. Disturba le lezioni, copia dai compagni, il suo impegno e la sua ubbidienza lasciano decisamente a desiderare. Punto esclamativo. Copia dai compagni, cerchiato in rosso ed evidenziato. Lui stesso si arrende all’evidenza del male nelle persone. È un assassino, un bugiardo e un millantatore. L’arte sublime della simulazione consiste nel non farsi chiedere chi si è veramente. A milioni divoravano i suoi libri, molte donne lo desideravano e Martha, che sapeva meglio di chiunque altro che non valeva niente, non aveva mai smesso di amarlo. È possibile amare un mostro, si domandava qualche volta Henry, è lecito farlo? È addirittura doveroso, nella misura in cui si crede nella bontà dell’uomo. Una simile convinzione porta inevitabilmente al castigo, era la conclusione del suo ragionamento. Sono esempi del suo modo di ragionare.

Basta così. Non sarebbe giusto rivelare un passaggio chiave nel menage con Martha-Betty, che si farà bene a scoprire nel romanzo. Sarà sufficiente sapere che tutto concorrerà a confermare una convinzione di Henry Hayden: ogni menzogna, per essere credibile, deve contenere una spruzzata di verità.

Autore: FeL

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