La guerra italo-austriaca: confronto in parallelo fra nemici La guerra italo-austriaca: confronto in parallelo fra nemici

La guerra italo-austriaca (1915-18): confronto in parallelo fra nemici

la guerra italo austriaca recensioneCosa portò e cosa tenne al fronte italiani e austriaci, per quarantuno mesi, quasi cento anni fa? Una guerra senza precedenti, europea, mondiale, globale.

Allo scoppio del conflitto, nell’agosto 1914, l’Italia aveva tenuto le armi ferme, ma sebbene neutrale, stava nella guerra comunque, secondo la tesi di Nicola Labanca, illustrata nel volume che il docente di storia contemporanea dell’Università di Siena firma col collega di Bolzano Oswald Uberegger per Il Mulino, La guerra italo-austriaca (1915-1918) (380 pagine 25 euro).

Una grande potenza mondiale, com’era diventata l’Italia, si sarebbe potuta tenere fuori militarmente da una deflagrazione così estesa – evitando perdite e vittime – non avrebbe però mai potuto astrarsene politicamente, economicamente, diplomaticamente. Fu grande guerra non solo per lo spaventoso costo in vite umane, quanto per i giganteschi processi sociali, politici, economici e culturali messi in moto, accelerati, influenzati: la più colossale mobilitazione di uomini, forze, risorse e materiali mai conosciuta dal pianeta fino ad allora.

La storiografia internazionale si è ostinata a considerare secondario nell’economia generale del conflitto il fronte meridionale italo-austriaco, assolutamente centrale, invece, per gli italiani. E per gli austriaci? Ecco il significato del volume: raccogliere per la prima volta in un solo testo i punti di vista e il modo di valutare la prima guerra mondiale tanto in Italia che da parte dell’avversario.

Labanca e Uberegger hanno promosso un seminario in Alto Adige, dal quale sono venuti i contributi di vari storici, raccolti in questo saggio. Un lavoro antologico transnazionale, quindi, che esamina in parallelo tanto gli obiettivi di Vienna e di Roma che il pensiero dei soldati in grigioverde e feldgrau, le tattiche contrapposte, i riflessi nella cultura e nella memorialistica dei due Paesi.

È curioso scoprire che al di là degli stereotipi (per gli italiani gli austriaci erano il nemico di sempre, per loro eravamo quelli che avevano tradito l’alleanza che durava dal 1882), leggendo la storia dai due versanti emerge tutt’altro, pur senza perdere il senso delle importanti differenze che c’erano e che venivano propagandisticamente ingigantite. Entrambe, infatti, avevano in comune il battersi su un fronte importante ma non decisivo, il ruolo minore nelle rispettive alleanze, gli apparati industriali ridotti rispetto ai grandi partner e la sostanziale impreparazione, l’Austria perché impegnata su altri fronti, l’Italia per la difficoltà di dotarsi di un valido strumento bellico.

Si scoprono così quelle comunanze finora occultate o dimenticate per ragioni storiche.

In definitiva, entrare in ciascuna parte di quella guerra tenendo conto della prospettiva dell’altra parte, consente una narrazione efficace per entrambe, avviando un’operazione storiografica che intanto può spingersi verso una direzione nuova. Si tratta di far riscrivere la storia della guerra italo-austriaca non da storici solo italiani o solo austriaci, ma sia italiani che austriaci. E contemporaneamente. Nella stessa occasione.

È evidente l’utilità della collaborazione di studiosi dei Paesi in guerra tra loro un secolo fa, per cercare una lettura condivisa dello sviluppo del conflitto, estesa alle premesse e alle importanti conseguenze. Tanto più, che arrivare a un punto di vista storico comune è più facile realizzarlo tra ex nemici che tra connazionali, si pensi alla difficoltà di offrire un’interpretazione unitaria agli anni della Resistenza 1943-45 in Italia.

Il volume si impegna in una ricostruzione complessiva, cercando di offrire ai lettori dei due Paesi una visione sintetica ma al tempo stesso capace di toccare una quantità di temi. Non è perciò una raccolta di monografie per specialisti, ma il tentativo di consentire un primo approccio congiunto ai vari argomenti.

Una “prima volta”, un prodotto nuovo, non privo di una sua sistematicità e sufficientemente autonomo.

I libri sulla Grande Guerra

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Autore: EffeElle

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