Numero Zero, il settimo romanzo di Umberto Eco Numero Zero, il settimo romanzo di Umberto Eco

Numero Zero, il settimo romanzo di Umberto Eco

numero zero recensioneUmberto Eco è un autore che non ha bisogno di molte presentazioni: figura di punta della cultura italiana, semiologo e pensatore di fama internazionale, romanziere di successo da ormai più di 25 anni. Il 2015 si è aperto con l’uscita del suo settimo romanzo, Numero Zero (Bompiani, 218 pagine), già al primo posto nella classifiche dei libri più venduti nel nostro Paese.

Di giornali e di complotti…

Milano, anno 1992. Il “dottor” Colonna (narratore e protagonista del romanzo, di non conosceremo mai il nome di battesimo) è un cinquantenne divorziato e insoddisfatto. Si autodefinisce un fallito, mai riuscito a laurearsi, che si è barcamenato per anni tra bozze da correggere, articoli scritti per giornaletti locali e lavori di ghost writing da due soldi.

Finché non approda nella redazione di Domani: un’accozzaglia di scribacchini raccattati da riviste scandalistiche e giornali di poco conto. Il loro compito è di costruire il numero zero del nuovo giornale. Una testata che dovrà occuparsi di mettere insieme ipotesi e illazioni, di screditare personaggi scomodi per il suo editore (un ricco imprenditore milanese: viene da pensare che ogni riferimento a cose o persone non sia poi tanto casuale…), di attirare l’attenzione del lettore con articoli sensazionalistici e populisti.

Sullo sfondo di una Milano affascinante ed ormai dimenticata, la vita sonnacchiosa di Colonna verrà però sconvolta dalle rivelazioni di uno dei redattori di Domani, Romano Braggadocio, convinto di aver scoperto la verità dietro uno degli eventi cruciali della storia italiana: la morte di Mussolini. La ricostruzione del misterioso complotto si intreccerà con i fatti più importanti del dopoguerra italiano: la strage di Piazza Fontana, la P2 e Gladio, degli anni di piombo, l’attentato a Giovanni Paolo II e la morte di papa Luciani.

La vertigine del complotto

Numero Zero ricorda molto un altro romanzo dello stesso autore, Il pendolo di Foucault. Entrambi i libri sono attraversati da quella che potremmo chiamare, parafrasando il titolo di un saggio di Eco, “la vertigine del complotto”. Le vicende si incentrano su personaggi che rimangono impigliati in un’ossessiva ricerca delle verità nascoste dietro il palcoscenico della Storia, fino al punto che la stessa realtà comincia a sembrare loro quasi minacciosa, adulterata da machiavelliche cospirazioni di misteriosi poteri forti. Ed è esattamente quello che accade a Braggadocio e allo stesso Colonna (non a caso il libro si apre con le sue paranoie su un rubinetto dell’acqua ritrovato chiuso).

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Come in tutti i romanzi di Eco, dietro la struttura da giallo appassionante e ironico c’è molto di più. Numero Zero è anche e soprattutto il ritratto al vetriolo di un giornalismo degenerato, basato sulla costruzione delle notizie dal nulla, prostituitosi a macchina del fango al servizio non dell’informazione, ma di interessi personali o di partito, interessato unicamente a venire incontro (o piuttosto a forgiare?) ai gusti di un pubblico ormai disabituato a pensare. Una metafora sui complessi meccanismi che stanno dietro la costruzione dell’informazione, che suggerisce al lettore che forse, in più di 20 anni, le cose nel nostro Paese non siano cambiate più di tanto.

La prosa di Numero Zero è affascinante e scorrevole, ma mai scontata o semplicistica. Le pagine sono disseminate di citazioni più o meno nascoste (e, come negli altri romanzi di Eco, uno dei piaceri più grandi sta nel cercare di coglierle tutte). Dispiace più che altro che la vicenda finisca così presto. La conclusione è volutamente ambigua, ma lascia un po’ l’amaro in bocca. Rimane la sensazione che si sarebbe potuto raccontare di più, e si sente la mancanza del respiro più ampio di cui godevano libri come Il Nome della Rosa Baudolino.

In definitiva, Numero Zero è un buon romanzo, da leggere più di una volta per gustarselo a fondo. Un libro, soprattutto, costruito per esser letto su più livelli, come solo i grandi autori sanno fare.

Autore: Stefano Pipi

Classe 1988, una laurea in Filosofia e una lista interminabile di libri da leggere. Entrato nel team di RecensioniLibri.org un po’ per gioco, un po’ per passione, adesso mi scervello ogni mese per decidere di quale libro parlare e per cercare di rispettare le scadenze. Da grande, forse, cercherò di fare lo scrittore.

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2 Commenti

  1. Sinceramente non riesco a condividere l’entusiasmo della recensione. Numero Zero è un libro decisamente non al livello delle precedenti produzioni di Eco e nel quale l’eco del Pendolo di Focault è davvero impalpabile. Un romanzo breve che a volte sembra un racconto lungo, fatto spesso di liste e di giochi di parole che appaiono un pò datati, senza spessore nei personaggi e sopratutto senza complessità nella scrittura. Il fascino di Eco è anche la fatica di arrivare alla fine della pagina nuotando contro corrente in una marea di rimandi, allusioni e citazioni. Questa volta ho finito il libro in una settimana e di sicuro non sono diventato più intelligente negli ultimi anni. In sintesi una bella delusione.

  2. la storia dei misteri d Italia….per anticipare l ossessione di questo signor Eco ( Berlusconi)….Un libro per il quale mi pento di aver speso $17.00……avrei dovuto prevedere tanta pochezza conoscendo le idee del PROF…..

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