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Intervista a Giannandrea Mencini su Fino all’ultima pietra

Giannandrea Mencini, autore di Fino all'ultima pietra

In foto: Giannandrea Mencini

Ritroviamo, in una nuova intervista, Giannandrea Mencini, che i lettori hanno già potuto conoscere su queste pagine sia attraverso i suoi libri (i saggi Il turismo a Venezia e nel Veneto. Problema o risorsa? e Fino all’ultima pietra. Come il traffico acqueo sta distruggendo Venezia e il romanzo Venezia. La mia generazione), sia come collaboratore attivo di questo sito, prolifico recensore di classici e novità editoriali, appassionato di fantascienza ma con un occhio di riguardo anche verso la storia contemporanea e la montagna.

Bentrovato Giannandrea. Entriamo subito nel merito della tua ultima pubblicazione, Fino all’ultima pietra. Come si è svolto il tuo lavoro di ricerca per questo saggio?

In realtà ho sempre seguito la problematica soprattutto per motivi di impegno ambientalista e per motivi diciamo giornalistici, ho scritto molto su questo tema e a un certo punto ho voluto sinterizzare le tante notizie che avevo appreso e spesso riportato in articoli e documenti. Poi, alla luce di alcune vicende recenti come la morte drammatica di un turista tedesco vicino al ponte di Rialto causata dal traffico impazzito lungo il Canal Grande, ho deciso che era giunto il momento di scrivere un nuovo saggio per far capire alle persone che amano Venezia come esista un problema grave, molto grave, non sempre conosciuto e che mette in pericolo la città… e chi la visita.

La tua storia del traffico acqueo in laguna fa molto riflettere sul ruolo fondamentale che potrebbe ricoprire un’educazione ambientale pubblica, capillare e a tutto tondo, nel contrastare le male politiche istituzionali… Ci sono attualmente progetti in questa direzione?

Pochi, molto pochi. Purtroppo la regolamentazione del traffico acqueo a Venezia rimane un grande problema. Un problema direi irrisolto dalla politica e dalle istituzioni come si comprende facilmente anche da una veloce lettura del mio saggio. Un fallimento oserei dire che è certamente figlio della crisi istituzionale che colpisce la nostra città ma direi… il nostro Paese. Le problematiche di Venezia sono lo specchio di un Paese che non riesce a decidere e soprattutto a raggiungere obiettivi condivisi e che invece, alla fine, si inchina a lobby più o meno legali che lavorano verso direzioni diverse da quelle della tutela di un “bene comune e universale” come ad esempio Venezia e la sua laguna.

I vari saggi che hai dedicato a Venezia possono essere letti ciascuno come capitoli di un unico libro sui vari problemi ambientali e urbanistici della città. Hai in progetto nuovi “capitoli”?

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Per ora no anche se, dopo quanto successo in merito agli scandali del Progetto Mose legati alle varie tangenti, mi sono giunte alcune proposte di riprendere in mano il mio primo libro “Venezia acqua e fuoco” scritto ancora negli anni ’90 dove raccontavo la storia della salvaguardia della città. Mi chiedevano, preferisco non dire chi…, di riaggiornare quel lavoro fino ai giorni nostri… materiale ce ne sarebbe eccome. In realtà, è un lavoro affascinante ma lungo e faticoso che mi prenderebbe molto dal punto di viste emotivo. Ecco, diciamo che non mi sento pronto per scriverlo, sono troppo stanco e stufo di cosa succede in questa città. Ho raccontato molto e scritto molto su Venezia e poco è cambiato e dunque ho perso la voglia o, peggio, la forza di scrivere su questi argomenti. Lo so, questa risposta non ti piacerà, ma sono sincero.

Alla luce dei libri che finora hai pubblicato, ai tuoi saggi sembrerebbero più legate la necessità e l’urgenza (di informare, denunciare, fare il punto) mentre al romanzo un più puro piacere della scrittura. Ti ritrovi in questa impressione, o per te generi e motivazioni sono più intrecciati?

Hai ragione, il romanzo che ho scritto Venezia. La mia generazione è stato un momento per me molto bello e rilassante. Ho sempre parlato di Venezia e di alcuni suoi problemi, il “saggista” si intravedeva ancora, ma ero più tranquillo, meno preso emotivamente e penso che anche la scrittura e il linguaggio lo percepivano. Poi ho pubblicato ancora due saggi, ebook, diciamo “impegnati”, Fino all’ultima pietra, per l’appunto, e Acqua alta, storia di un problema, che si trovano online e dove il modo di scrivere cambia notevolmente.

Se non sbaglio hai in cantiere un secondo romanzo…

Sto finendo un racconto lungo… ormai ci siamo… dedicato a un’isola semiabbandonata della laguna nord di Venezia. Un’isola che ha una lunga storia, attualmente disabitata, ma che un tempo durante le due guerre mondiali era un presidio militare. Ho trovato dei testimoni di quegli anni che mi hanno raccontato alcune storie che, romanzate, provo a riportare sulle pagine di un libro. Vedremo…

Autore: Marianna T.

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