Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato

Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato, l’ironico esordio di Sandro Settimj

Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato settimjDice che gli piacciono le donne. Dice che gli piacciono le fiabe. Dice che le donne e le fiabe sono la stessa cosa: una fregatura, perchè il finale è sempre uguale: e vissero felici e contenti, che nella vita non esiste. Non esiste proprio. Ugo le donne le ama, da bambino. Prendete Jutte, bella, bionda, olandese, che sa di essere bella, bionda, olandese e non se lo fila più. Gli ha detto in fretta ti chiamo domani, che sarebbe mercoledì, tutt’al più giovedì, mai e poi mai venerdì. Così il nostro esce fuori di testa. È fine settimana, ma il telefono si ostina nel suo Jutte-mutismo. E dire che credeva di averla conquistata, come nessuna prima. Ugo è romano, ha più di trent’anni. Alla sua età Mozart aveva composto qualche capolavoro, lui invece non è riuscito a fare ancora niente. Sogna Cenerentole nel brillante romanzo di Sandro Settimj, Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato, una novità Mondadori (262 pagine 16 euro), di cui il giovane, tanto innamorato del sesso femminile e meno del sesso tout court, è il sincero ed autocosciente protagonista. Nel senso che la sua storia è una specie di coinvolgente seduta psicanalitica, ricca di autoironia e di humour. Si offre ai lettori come sul lettino. Non  caso, è da uno spiritoso duetto con l’analista che comincia la vicenda di questo antieroe dei nostri tempi. Com’è Ugo? Si direbbe simpatico, a volte irresistibile con la sua sfiga recidiva. Chi è Ugo? Ecco cosa racconta di sé:

a 8 anni leggevo Topolino, a 10 cominciavo a capirlo, a 16 lo dominavo, a 17 la svolta, passai a Tex Willer, a 18 acquistai una confezione di profilattici, a 20 mi accorsi che erano scaduti.
L’olandesina non sembra l’unica che gli abbia proposto una pausa di riflessione sentimentale. Quella non si fa viva, anche se la lattaia del quartiere insiste, è proprio ‘na brava regazzetta, sa’a tenga stretta, io’o dico io. Lui l’abbrancherebbe e non la lascerebbe più, il fatto è che lei è nordica, intellettuale e sa essere fredda e decisa. Va bene, ha capito, neanche Jutte è la sua Cenerentola. Non l’ha ancora trovata, ma le fiabe continuano ad andargli a genio. Le Cenerentole lo deludono e il giovane decide di lasciare tutto – peccato non faccia niente, in realtà – e partire. Per la Legione Straniera? No, va a fare l’animatore. Prima in montagna, ma non gli fanno fare il maestro di sci come vorrebbe, poi a Capo Vaticano. In pieno luglio, però, non c’è nessuno, tranne due vecchine di Firenze. Distinte, ma molto vecchine. Allora chi vuoi animare? Ma non può continuare ad andare tutto storto. Ecco che, finalmente, nell’albergo del self made man calabro in canottiera, mutande e ciabatte, approda un intero torpedone. Sessantadue pensionate di Borgata Serpentara, in vacanza a spese del Comune di Roma. Quasi tutte vedove e comunque tutte sboccate – tranne la malinconica Clara – e dedite all’umorismo sguaiato, greve, dissacrante caro ai nativi della capitale. Senza offesa, è Ugo a dirlo. Insomma, è una confessione di Sandro, di cui è il primo è un più che probabile clone: entrambi sono romani, lavorano in Rai e amano raccontarsi alla gente (Settimj, sceneggiatore, è all’esordio come scrittore). Villaggio vacanze ha da essere e villaggio sia,  anche nel Maghreb, poi alle Maldive, fino in capo al mondo. Varia lo scenario, restano le scenette: le donne lo cercano, lui scappa. Letteralmente, si dà proprio alle gambe. Papà e mamma hanno sempre sospettato d’avere un figlio scemo, ma questo forse non c’entra. Infatti, i suoi racconti all’analista hanno una costante: ragazze sessualmente assatanate gli si offrono, lui si sottrae e fugge. Smetta di fare il cucciolo e tiri fuori l’uomo, ammonisce lo psic. Per impegnarsi si impegna, ce la mette tutta e dire che odiava tutto quello che comincia con psic. Si tratta di vedere fino in fondo se troverà la donna giusta. Una appare in dirittura finale: Betlemme, manager aziendale da Chiari, Brescia, bruna, due tette da paura. Il nome si deve ai genitori, fondamentalisti cristiani. Betlemme? Già, così sia… e pensare che Ugo non è neppure battezzato.

Autore: FeL

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *