L’identico e il diverso (De eodem et diverso) di Adelardo di Bath
Il breve testo, composto nel 1116, L’identico e il diverso (De eodem et diverso), è dedicato a Guglielmo, Vescovo di Siracusa, cui è indirizzata la praefatio. Si sondano le motivazione sottese alla composizione dell’opera, inserite in un dibattito tra antichi e moderni, in cui pur permanendo la superiorità dei primi, i secondi non vengono affatto denigrati. Non è infatti vero che gli antichi posseggano per intero la conoscenza né che i moderni ne siano digiuni. Viene quindi inserito il topos letterario incipitario dell’invidia e si ribadisce la scelta di un’opera brevis per non incorrere in questo malanno, che potrebbe tacciare i moderni di ignoranza.
L’autore inglese, quindi, previene le possibili critiche degli eventuali detrattori, anticipandole con risposte esaurienti. Procedimento questo classico, che vanta come predecessore lo stesso Cicerone, nell’incipit del De finibus, poi vastamente adottato dalla cultura medioevale. Quindi l’autore si rivolge al Vescovo, pregandolo di avere cura dell’opera correggendola al bisogno, chiedendo altresì venia qualora abbia da eccepire su qualcosa.
Siamo nel topos modestiae, per cui dedicando un’opera ad un destinatario di rango più illustre lo si prega di emendarlo al bisogno. La dedica a Gugliemo è un tributo pagato all’Italia meridionale e alla Sicilia in particolare, in cui l’autore si è recato più volte per motivazioni culturali.
L’opera ha una struttura dialogica, solo che il ruolo del nipote è molto ridotto e perciò l’opera diventa un monologo in cui Adelardo, teso a discorrere de eodem et diverso, resoconta circa una particolare avventura risalente all’anno precedente, attraverso la quale introduce le figure allegoriche di Filosofia e Filocosmia (l’identico e in diverso appunto).
Egli racconta di essersi trovato l’anno predente a Tour, presso la riva della Loira, accompagnato da un vecchio sapiente, punto di riferimento per tutte le questioni attinenti le arti, le scienze, i misteri del cosmo e dell’universo. Dopo una lunga discussione con lui, si trova solo a meditare sui suoi insegnamenti. Immerso nel buio e nel silenzio notturno, gli appaiono due donne allegoriche: la filosofia, colei che è invisa al popolo, che i filosofi ricercano invano, e la Filocosmia, amata dal volgo che la seguiva dipresso.
Quindi nasce una querelle tra le due figurazioni allegoriche, in cui Filocosmia risulta schiacciata dalle argomentazioni di Filosofia, appoggiata dallo stesso Adelardo. Questi rimasto solo con Filosofia può apprendere i suoi insegnamenti e farne tesoro.
Il testo, molto curato in ogni parte è strutturato in:
- Presentazione a cura di Alessandro Musco
- Introduzione
- Capitolo 1: Adelardo di Bath. Vita, opere, status quaestionibus
- Capitolo 2: De eodem et diverso
- Capitolo 3: Il De eodem et diverso di Adelardo di Bath tra innovazione e tradizione
- Note al testo
- Ringraziamenti
- Bibliografia
- L’identico e il diverso ( de eodem et diverso)
- Indice dei nomi antichi e medioevali
- Indice dei nomi moderni e contemporanei.
- Curricula
L’identico e il diverso (De eodem et diverso) di Adelardo di Bath è edito da Officina di Studi Medievali e curato da Bissanti A. e Palmieri P.; è disponibile per l’acquisto su Ibs a 15,30 euro.