Il campo di battaglia è il cuore degli uomini Il campo di battaglia è il cuore degli uomini

Il campo di battaglia è il cuore degli uomini

Pizzadigitale-Il-campo-di-battaglia-è-il-cuore-degli-uomini-Carlo-PatriarcaIn guerra per Napoleone: storia d’amore e battaglie

Un Napoleone invasato, delirante, malato. Sprezzante coi generali, cinico coi soldati, sanguinario coi civili. Un pazzo, solo trentenne. Sconclusionato nei progetti, in Egitto “non ascoltava obiezioni, non accettava consigli e maltrattava tutti”. Che differenza col giovane signore della guerra che quattro anni prima aveva cambiato la storia d’Europa con la campagna d’Italia del 1796. Già folle, ma di genio, agli occhi di Etienne, tenente di sanità dell’Armee. Medico, come l’autore del romanzo in cui alle vicende di due ufficiali del “piccolo caporale” si associano nozioni di storia militare e di medicina d’urgenza dell’epoca. Carlo Patriarca, da Sondrio, primario di anatomia patologica in Lombardia, debutta con “Il campo di battaglia è il cuore degli uomini” (Neri Pozza, 210 pagine 15 euro). Ben scritto, leggibile, ricco di dettagli originali e interessante sotto svariati aspetti. Guerra e amore, diagnostica e tecniche mediche, psicologia e comportamenti di massa, finanche egittologia, oltre che battaglie terrestri e navali, campagne di conquista in due continenti, vittorie, sconfitte, massacri.
Due amici, uniti dalla guerra, separati da una donna. Cherchez la famme, la bella Costanza Melzi d’Eril, nobile milanese, amante appassionata di Raymond, tenente dei servizi segreti e amante solo platonica di Etienne. Tanto basterà al primo per pretendere soddisfazione a spade sguainate. Ma questo accadrà nelle pagine finali di un racconto che si sviluppa in prima persona, attraverso le parole, le considerazioni e le esperienze del dottore del Corpo sanitario francese. Si segue intanto l’ufficiale medico nelle battaglie di Cairo Montenotte e di Castiglione, in missione a Malta, poi al seguito della spedizione napoleonica alle piramidi. E si può vederlo, di passaggio, alle prese con un’amputazione o anche al cospetto della mummia di una principessa egizia, in una necropoli nel deserto.
Rosa e rosso vivo, i colori tenui della passione alternati a quelli ferrigni del sangue, al fragore sui campi di battaglia, al tanfo di ospedali e infermerie. Costanza entra nei sogni del giovane, gli conficca in cuore “un diamante appuntito”, nella Milano raggiunta da un esercito di straccioni che compie un miracolo militare al comando del generale corso.
Nel 1796, soldati con le uniformi logore e armi insufficienti, senza scarpe né paga, avevano scavalcato i colli liguri col miraggio del saccheggio e della rapina. L’esercito avrebbe trovato da mangiare nelle fertili pianure lombarde e la Francia si sarebbe arricchita con le opere d’arte sottratte a musei, chiese, case, raccolte pubbliche e private. Patriarca ed Etienne spiegano come la guerra moderna del generale di Napoleone abbia surclassato i concetti superati dei generali austriaci in parrucca bianca. Velocità e strategie: marce veloci di reparti separati e improvvisa convergenza nella zona d’impatto, dove esercitare la massima pressione. Avanzare, anticipando il nemico e poi trasformare in politica i successi militari. Le forze contrastanti scaturite della rivoluzione del 1789 hanno trovato in Bonaparte un punto di equilibrio miracoloso.
Lui, invece, quell’equilibrio lo aveva perso, parola di un medico del Duemila.
Raymond, ferito in Egitto nel duello con Etienne, viene fatto sopprimere per ordine di Napoleone, insieme agli ufficiali malati e agli intrasportabili. Uno dei quasi 900mila uomini sacrificati nell’intero periodo napoleonico. Poco meno della metà erano francesi.

Autore: EffeElle

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