Recensione de Il silenzio della neve di Giuseppe Filidoro Recensione de Il silenzio della neve di Giuseppe Filidoro

Il silenzio della neve di Giuseppe Filidoro

Il silenzio della neve

Il silenzio della neve di Giuseppe Filidoro – Osanna Edizioni

Il silenzio della neve di Giuseppe Filidoro Osanna Edizioni, disponibile su IBS a € 11,05, è un romanzo intensamente psicologico. Con la sua narrazione oggettiva  seppure profondamente empatica, l’autore ci conduce non in una grande città, bensì in una realtà paesana e contadina del sud Italia, tra vicende di gente semplice. Personaggio di spicco è il “medico condotto e fine letteratoDon Vincenzo, intorno al quale si snodano le storie personali dei protagonisti, suoi pazienti e compaesani, ai quali l’autore attribuisce un soprannome, secondo l’espressione più diffusa della creatività  popolare e comune a molti paesi e borghi d’Italia. Accanto a Don Vincenzo la figura di Donatino Sapienza, professore di lettere, nonché suo amico d’infanzia e colto interlocutore.  Il vissuto di ogni paesano è apparentemente normale, in realtà Filidoro in questo suo romanzo dal tono familiare e piacevolissimo, percorre ed indaga con passo silenzioso l’interiorità dell’animo umano e dei suoi comportamenti; la vita in paese avverte la nostalgia dei tempi passati, ogni storia personale antica e recente, vicina e lontana, focalizza l’attenzione sul tema essenziale del romanzo: il tempo sembra arrestarsi di colpo ed il passato diviene chiave d’interpretazione  di un presente che crea turbamenti ed inquietudini  nel cuore di ognuno. Come in ogni paese che si rispetti, ogni protagonista ha il suo mestiere ed un vissuto ad esso legato; difetti, debolezze, sfumature caratteriali ed aspetti folcloristici ecco che si riassumono in ogni nomignolo, incontrando la simpatia e l’ilarità del lettore. Le storie inventate si mescolano alle storie vere, quelle del paese in cui lo spettacolo prende vita, dove convivono ignoranza e furbizia, intelligenza e saggezza contadina, superstizione e misteri, maldicenze ed indiscrezioni e colpi di scena, che sfociano addirittura in un delitto. Con il sopraggiungere della neve con la “sua candida materialità ecco rinnovarsi anche il timore della morte, che nel romanzo s’identifica con l’entrata in scena di un nuovo personaggio, un uomo sconosciuto “chiuso in un cappotto nero, semicoperto da una sciarpa di lana e con lo sguardo spento su un mezzo sorriso”.

Lo stile del romanzo è molto fluido, linguisticamente impeccabile in cui si alternano sfondi  paesaggistici  dai tocchi poetici ed immagini introspettive che rendono il racconto molto toccante, facendo leva su sentimenti che coinvolgono il lettore. In una sorta di verismo poetico,  i differenti stati d’animo e gli stessi paesaggi fanno da specchio ad identità i cui pensieri, ricordi ed emozioni vengono tratteggiati con assoluta spontaneità e profondo rispetto.  La scelta di Filidoro di assegnare ad ogni protagonista un nomignolo oltre che il vero nome, risulta una caratteristica  “denotativa” originale ed ironica, non solo a voler sottolineare situazioni legate a caratteristiche fisiche o comportamentali, bensì ad evidenziare sia il rimpianto di un mondo perduto, con la scomparsa del paese di una volta, dove tutto era condivisione nella più assoluta spontaneità,  sia la necessità di liberarsi di esso per costruire una nuova identità: “ Quanta tristezza e rabbia nelle nostre esistenze da ostaggi!”. Le variazioni della velocità e del ritmo contribuiscono alla vivacità e all’espressività della narrazione in una prima parte del libro, per rallentare negli ultimi capitoli, con l’immagine ripetuta del silenzio, che arriva con monologhi interiori pervasi da “misteri del cuore”, in alcuni passi persino da crisi di coscienza.

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Il silenzio della neve è una sottile analisi psicologica, Giuseppe Filidoro sottolinea il significato ed il valore del silenzio, della natura circostante e di ogni essere, toccando così i lati oscuri della nostra anima, con l’intento di favorire nel lettore una riflessione profonda e graduale su quanto di più nascosto affolla la mente ed il cuore. Un delicato scorrere delle stagioni, in cui si ritrova il mondo contadino della nostra terra con la sua ironia e i suoi tempi, il sapore di una saggezza mai dimenticata e tutta da scoprire, momenti che corrono sul filo della melodia delle reminiscenze. Un romanzo introspettivo, quasi un’esplorazione di ciò che è la vita umana nella trappola che il mondo è diventato e la doppia valenza tra morte fisica, trasformazione ed evoluzione interiore. Senza il silenzio mancano le condizioni per ascoltare ed ascoltarsi . Nel rumore questo invito non si può sentire, ripartendo dal silenzio interiore, la comunicazione diviene condivisione e comunione con l’altro e consapevolezza di un legame più intimo con noi stessi per recuperare la nostra identità.

Autore: Susanna Polimanti

Sono nata a Foligno(PG) il 23 agosto 1956 e risiedo a Cupra Marittima(AP). Sono interprete-traduttrice. Nel 2009 ho pubblicato " 2 Cuori... una cuccia!!" con Lulu.com. Nel 2010 "Lettere mai lette" con Casa Editrice Kimerik e nel 2011 "Penne d'aquila" sempre edito dalla Kimerik.

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2 Commenti

  1. E’ un romanzo che lascia di stucco per il modo con cui delicatamente riesce a scandagliare l’animo umano, in maniera trasversale, passando dall’umile falegname al dotto studioso, dal coltivatore della terra al medico di famiglia fino ad arrivare a quello del lettore che, suo malgrado viene coinvolto in una riflessione interiore, nel ricordo del proprio mondo passato e del modo in cui esso influenza ancora il suo presente. Un dolce richiamo alla riconciliazione con la propria trascorsa storia di vita, cristallizzatasi nell’attuale modo di essere, un invito a ritornare alla propria essenza per scoprire ed entrare in armonia con quella del mondo che ci circonda.

  2. Dall’ottima, perspicace, esaustiva e chiara recensione della bravissima Susanna Polimanti desumo che sia un libro di assoluto pregio.

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