Anche i Pink Floyd possono sbagliare,un libro di Alessandro Martorelli Anche i Pink Floyd possono sbagliare,un libro di Alessandro Martorelli

Anche i Pink Floyd possono sbagliare, un libro di Alessandro Martorelli fra delirio e follia alla ricerca di un lavoro

anche i pink floyd possono sbagliareA Joker, famose a capì, nun me voglio piagne addosso. E nun te sto a dì che non è servito a un cazzo tutto ‘sto studio, ma alla fine dei conti pe’ me, peì quelli come me… e me sa pure pe’ te, nun ce sta spazzio. Se dovemo arrangià. Nun voglio fa er qualunquista, ma ame, me pare che a ‘sta vita se va avanti pe’ carci in culo e leccate der medesimo. So pochi quelli che riescono da soli. Ma non so tutti così svegli purtroppo. Io stavo senza nessuno e nun te crede che l’orgoglio m0haimpedito de cercà na spinta. Me so’ venduto ar miglior offerente. Ma ho ottenuto solo fregnacce e prese per culo. Intanto mi padre è morto cor vestito de’ ‘a speranza addosso.”

Sono queste le parole che, probabilmente, meglio definiscono la storia contenuta all’interno di Anche i Pink Floyd possono sbagliare, un libro di Alessandro Martorelli (su Bol.it a 11,70 euro) edito da Edizioni Montag, che sulle note di uno dei dischi più famosi della storia della musica “The dark side of the moon”, racconta il disagio, la follia e le conseguenze di una generazione che cerca affermazione, ma che inevitabilmente si trova a combattere con il duro schermo della realtà.

Chi ci introduce in quello che sembra un vero e proprio monologo teatrale è Lorenzo Donati, il protagonista del libro, che scrive una lettera singolare raccontando la sua storia da un istituto di cura mentale, che in questo frangente diviene una sorta di gabbia per cervelli troppo lungimiranti. E si, perché la storia di Lorenzo non è altro che la narrazione di una liberazione, di fatti, eventi e condizioni che probabilmente ogni giovane di questa generazione ha nel proprio animo, una rabbia che si scatena nel modo più aggressivo possibile, in una sorta di delirio tremendo e irrimediabile.

Lorenzo è, infatti, un ragazzo come tanti, che dopo un lungo percorso accademico cerca riscatto nel lavoro, nell’agognato desiderio di affermarsi in un mondo che fin’ora ha potuto solo vedere da lontano. Lorenzo ha bisogno di un lavoro e le ha provate tutte, partendo dal classico e sotto pagato call center, nell’attesa che dai mille e più curricula inviati si risollevasse l’occasione giusta che non fosse solo fumo negli occhi e calci nel sedere. Quando sembra che ormai sia giunta l’occasione giusta, invece, tutto precipita verso il basso con un tonfo che dire abissale è poco. Poi, una presa di coscienza inconsapevole e distruttiva, le parole del barista che fanno scattare una molla che, impetuosa e letale, sconvolge la vita del protagonista per sempre.

Anche i Pink Floyd possono sbagliare è un libro sicuramente singolare, che trasporta nella realtà la follia segreta dell’uomo prendendo spunto dalla musica, facendosi prestare dal celebre gruppo inglese testi e musica del loro concept album più famoso per descrivere le sensazioni e i drammi della vita di un giovane, condizioni che lo hanno portato ad essere rinchiuso in un centro di igiene mentale fino a tempo indeterminato, unico “posto fisso” che nella vita Lorenzo abbia mai avuto.

LEGGI ANCHE:  Le Cartoline da Salò arrivano direttamente dal fondo più buio del nostro animo

Un libro che lascia pensare, che non trascende troppo in cliché rodati, ma che fa ottimo uso del flashback partendo dalla condizione lavorativa e sociale dei giovani d’oggi analizzata attraverso un tripudio di immagini e sensazioni scomode a chi legge, che inevitabilmente si lasciano cullare sulle note iniziali di una canzone dei Pink Floyd per poi riscendere, man mano, verso la realtà. Una realtà che, a volte, per drammaticità e situazioni, può essere molto più cruda di un libro o di un film, proprio perché vissuta con la consapevolezza che grandi e potenti burattinai girano il mondo a proprio piacimento, mentre davvero uno su mille ce la fa e questo, purtroppo, non è solo il ritornello di una celebre canzonetta di morandiana memoria.

Lo stile di Martorelli è limpido e veloce, ideale trasposizione teatrale già avvenuta che coniuga realtà e musica dei Pink Floyd, delirio e quotidiano, con un uso sapiente della psicologia umana, anche se in ultimo sfocia in una quasi paradossale evoluzione che spinge il lettore a strabuzzare un po’ gli occhi nei confronti della sollevazione finale, probabilmente accentuata con fare voluto sempre in odore di analisi emozionale. Molto apprezzato è il parallelo con il mondo dei folli rapportato alla realtà attraverso una visione lucida di chi, pur essendo fermo alla camicia di forza, ha occhi per vedere più in là di un cosiddetto sano, perché in fondo la pazzia, in alcuni casi, può essere soggettiva.

Una lettura consigliata a tutti, che ben illustra un mondo fatto di nepotismo e di vacuità sociale che si dipana a spese di tutti, giovani e meno giovani.

Nota sull’autore

Alessandro Martorelli nasce ad Avezzano nel 1976 ed è un grande appassionato di musica, teatro e letteratura, passioni che lo portano a calcare spesso il palcoscenico in vesti sia di musicista che di attore con la compagnia teatrale Teatranti fra i Tanti.

Già autore di una raccolta di racconti intitolata Come nascoste da una notte senza luna, Martorelli ha realizzato anche la trasposizione teatrale de Anche i Pink Floyd possono sbagliare riadattando il romanzo in un monologo con musica dal vivo.

Ad oggi lavora in una azienda di servizi alle imprese come responsabile della risorse umane e vive a Massa d’Albe.

Autore: Laura Landi

Sono ­ per ammissione estrema ­ lettrice compulsiva, anche se molto molto esigente. Andare in libreria mi fa sentire come Alice nel paese delle meraviglie. Il mio amore letterario segreto? Gabriel García Márquez.

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *