Recensione de L' arte di essere felici e vivere a lungo: una serenità possibile Recensione de L' arte di essere felici e vivere a lungo: una serenità possibile

Recensione de L’ arte di essere felici e vivere a lungo: una serenità possibile

L'arte di essere felici e vivere a lungo

L’arte di essere felici e vivere a lungo

 Un invito alla riscoperta di una serenità possibile. Una filosofia così elaborata da sublimare nella semplicità, che oltre duemila anni di storia hanno reso ancora più preziosa e forse attuale. Nella recensione de L’arte di essere felici e vivere a lungo di Lucio Anneo Seneca, edito da Newton Compton e disponibile su Bol.it a 4,16 Euro, protagonista è una pietra angolare del pensiero occidentale, un’uscita di sicurezza dall’opprimente condizione umana.

Non c’è retorica, né enfasi dell’auto-celebrazione come forma, malgrado l’imperante architettura del periodo ciceroniano. Quelle di Seneca sono parole vergate solo per colpire, nell’assoluto rispetto del lettore. E con questo nasce un tenzone fatto di stoccate secche, che riportano chi legge dentro di sé, lungo sentieri intuiti, mai percorsi così scientemente. Ogni pagina scava nella profondità dell’interpretazione, e nel proprio sé, punto d’origine immobile è il testo. Tanta suggestione è frutto di un genio filosofico assoluto, dal pensiero solido e senza sconti.

L’uomo di Seneca è viziato da limiti intrinsechi, non eludibili, troppo vasti da lenire interamente. Accettazione della dimensione mancata e mancante dell’uomo. Ma come vivere al meglio nostro malgrado? Una vita ritirata, lontana dalla vanità (intesa anche come vacuum) della città, senza per questo rinunciare all’impegno nella sfera sociale. Uomo che deve essere di aiuto agli uomini: “se è possibile, a molti, se non è possibile, a pochi, se no, a quelli che gli sono vicini, o, in un’ultima analisi, a se stesso”.

Tra le righe de L’arte di essere felici e vivere a lungo si legge persino il respiro di un’intera società, un mondo antico tanto complesso, nelle sua dinamiche umane, quanto quello contemporaneo. Riflessioni che incrinano il gusto saturo dell’ipertrofico positivismo ottocentesco del sentire comune. Pensiero che mette alla porta ogni sterile intellettualismo, quel parlarsi addosso toglie più di quello che dà. L’amore per le virtù e la contemplazione sono misurate sempre con gli altri, con la società, con l’azione concreta. Un classico che ci migliora e cambia.

Autore: Iacopo Bernardini

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