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Prestiti Scaduti. Recensione di un poliziesco finanziario dei nostri tempi di crisi e omicidi

Prestiti scadutiPrestiti scaduti (ed. Bombiani, 14 € su Feltrinelli.it), di Petros Markaris, è un romanzo contemporaneo e di un’attualità che non poteva essere maggiore.

Ambientato nella Grecia odierna, tra continue proteste e rischi di bancarotta, è un giallo poliziesco che racconta di una vendetta contro –forse – l’unica categoria che nel disastro si è permessa di arricchirsi: i banchieri.

Dall’autore ritroviamo un racconto del commissario Charitos, una specie di indagine alla Montalbano ma in salsa greca.

Nell’ultimo romanzo, La balia, Charitos stava concludendo i preparativi per il matrimonio della figlia, ed è proprio da questo punto che ‘Prestiti scaduti’ inizia.

La moglie gli costringe a cambiare la vecchia macchina, una Mirafiori a cui era particolarmente affezionato, per una moderna Seat Ibiza con navigatore satellitare. Tutto per fare bella figura al matrimonio, e poter comparire decentemente davanti all’altare. Mentre Charitos è costretto anch’egli a fare i conti con la crisi economica e le rate, e un vicino si suicida buttandosi dal balcone per colpa degli eccessivi debiti che ha contratto.

Accade però che, mentre Charitos è ancora in ghingheri per la festa, viene convocato per un omicidio particolare, e si rende subito conto che, almeno per lui, la festa è finita. L’ex direttore della Banca Centrale greca Zisimopoulos, che la fece quotare in borsa aprendola all’Europa, con ricavi leggendari, viene trovato morto, decapitato di netto da un taglio che sembra essere di una spada. Forse è una vendetta, ma qualche giorno dopo un altro banchiere viene ucciso con le stesse modalità.Solo che questa volta è un inglese, uno straniero, e l’ambiente sociale ed investigativo comincia ad agitarsi.

Viene chiamata Scotland Yard per aiutare il Nucleo Antiterrorismo, ma il terrorismo non c’entra nulla. E il commissario esterno cercherà di prevaricare Charitos ad ogni momento, spingendo le indagini sulla falsa pista di un omicida terrorista per compiacere gli amici europei. Anche se un terrorista che decapita con una spada, selezionando gli obiettivi in questo modo, non s’è mai visto.

E poi ancora un altro omicidio. L’unica traccia che lascia l’assassino è un foglio formato A4 con la lettera D attaccato alla camicia con uno spillo.

A complicare le cose, lo stesso giorno del primo omicidio compaiono sui muri di Atene, e a pagamento su un paio di giornali, annunci che incitano i cittadini a non preoccuparsi e a non pagare se si trovano alle strette per debiti con le banche. Non può succedergli nulla. Ovviamente, questo incitamento alla “disubbidienza finanziaria” crea grandissimo scompiglio, in una situazione già  molto tesa. Le pressioni dunque si accumulano sul commissario greco.

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Il suo carattere come nei romanzi precedenti è fatto di un umorismo amaro, politicamente scorretto, ma anche dalla parte istituzionale.

“In questo Paese ci sono due tipi di provocatori”, gli dice un giorno Ghikas, il comandante della polizia, “quelli che spaccano tutto e quelli che governano. Tu sei un poliziotto. Con chi stai?”- “Con quelli che governano.” , risponde “a denti stretti” il commissario. Senza in verità scelte, in questa risposta si nota l’abilità narrativa di Markaris nel tratteggiare i personaggi con pochi elementi, e descrivere un mondo sconosciuto e complesso con alcune pennellate.

Chiaramente, per il tema trattato, il romanzo subisce una trasformazione, e da un poliziesco in senso stretto diventa pian piano un thriller finanziario.

Infatti la trama si basa proprio sui problemi che ora non sta più vivendo solo la Grecia, ma fanno parte anche di noi: la crisi economica, i pesanti tagli che riducono le pensioni e gli stipendi, eliminano la quattordicesima, spengono le speranze di lavoro per i giovani, le leggi che innalzano l’età della pensione e soprattutto la politica sconsiderata dei prestiti delle banche.

E mentre Charitos indaga entra in questa cultura economica, la studia e ce la trasmette, avvicina persone colpite duramente dai problemi con il debito e dalle politiche governative, e impiega moltissimo tempo per arrivare ovunque debba recarsi perché le strade di Atene sono intasate dal traffico e dalle auto parcheggiate, oppure bloccate da manifestazioni di protesta. Markaris dunque ci da anche uno spaccato della società greca e ateniese, e di come effettivamente negli ultimi anni non sia cambiata di molto.

Intanto l’autore ci presenta e ci fa stare con il protagonista con la sua vita famigliare, con la sua psicologia, col suo quotidiano che si insinua inevitabilmente anche nel suo lavoro, nelle sue indagini, nel suo modo di cercare di trovare una soluzione a un delitto.

Le descrizioni della società, dei cittadini, di Atene sono notevoli, arrivando alla quotidianità e facendola vivere direttamente, così come i flashback della dittatura, un ricordo ancora vivo per molti greci.

Il tutto è servito con un antipasto, una citazione a inizio libro di Bertold Brecht, tratto da ‘L’opera da tre soldi’, che fa capire già tutto: “che cos’è una rapina in banca a confronto della fondazione di una banca?”.

Autore: Alex Buaiscia

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