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La poesia – Prima della rima c’era qualcos’altro

Spiegherei con questo pezzo tutto quello che mi pare, griderei da vero pazzo sulle onde e sopra il mare. Ma se il vostro orecchio è muto e la voglia di sognare non si sente come il vuoto che bisogna illuminare, sarà inutile cantare o spiegare le parole, sarei un folle che si arrabbia con l’ombrello sotto il sole. Vi direi quello che sento nella testa mentre scrivo, mentre passa tanto vento, freddo, caldo e primitivo. Io mi lascio accarezzare dalla penna, come a caso, sembra inutile pensare alla rima in questo caso.

Come fare a dirvi tutto, a dividere con voi il mio credo, il mio lutto, il mio prima, il dopo e il poi? Insegnare o apprendere dagli altri, con modestia e fantasia, se il feisbuc e il fratellone sono pubblica follia?

Questo pezzo di giornale, come una volta, si puo’ usare per il pesce o l’insalata. Non ho le chiavi di nessuna porta, purtroppo, e la mia gola è impreparata. Se dovessi provare a declamare le mie teorie, a spiegare come nasce una poesia, dovremmo analizzare le mani mie e chiedergli «Qual è la vostra via?».

Oggi che ho deciso di spiegare come nasce una poesia, devo iniziare dall’unione dei sensi diversi. Prendiamo la bella e semplice Maria, perfetta per i nostri scopi, meschini e perversi. Eccola che dorme sul mio divano, e sogna! La stoffa puoi toccarla, puoi sentire il suo profumo, il profumo di Maria, della stoffa e la menzogna. Puoi descrivere i suoi sogni che volano nel fumo, puoi provare a dipingerla, con le tue parole, pazzo di un poeta che hai deciso di essere povero e felice, se senti il sole là fuori senti anche il suo calore. Non sapevi che sarebbe stato tanto triste, e invece…

Per scrivere una poesia c’è bisogno soltanto di una penna che brilla e di un foglio di carta, neanche bianco; quando nel petto sentirai il cuore di qualcun altro oppure il dolore dell’albero abbattuto, morente, capirai che nella tua rima vive un abile sarto, una maestra con la sua lavagna piena di gente, e non te ne importa niente. Perché mentre scrivi la tua poesia, sulla tua tavola trascurata, ti volti e scopri che Maria si è appena risvegliata…

Autore: Franco Gallo

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3 Commenti

  1. Ma che bello, un poeta che scrive in rime! Non si può evitare di amare Maria e ricordarsi di Gozzano.

  2. Ciao Nadia, mi fa piacere che ti sia innamorata di Maria. Speriamo di non aver fatto un guaio. Intanto ho ordinato una raccolta di Gozzano per innamorarmi anche di lui…

    F

  3. Ciao Frank, nessun guaio, in fatto di innamoramenti di personaggi femminili posso dire di essere poligamica, prima fra tutte la Isabel di James. Quanto a Gozzano, spero che anche tu ti innamori dilui, così siamo pari!

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