Vertigine di Francesco Aloe - RecensioniLibri.org Vertigine di Francesco Aloe - RecensioniLibri.org

Vertigine di Francesco Aloe

vertigineVertigine racconta i misteri. Sono i misteri che talvolta possono affiorare in un piccolo villaggio della Norvegia. Sono i misteri legati ad un omicidio. Oppure sono i misteri da sempre presenti nella storia dell’uomo: quelli che riguardano l’inizio dell’esistenza e, soprattutto, la sua fine.

Il libro è la tensione tra queste due dimensioni: tra un “piccolo” mistero (per quanto piccolo può essere considerato un omicidio) e un mistero assoluto, che tocca da vicino la vita umana e la sua sopravvivenza. Frank Argento, detective italiano che vive a Oslo, ne è affascinato. La sua vita cambia e i suoi pensieri su un futuro cambiamento epocale emergono quando si ritrova a indagare su un omicidio avvenuto a Undredal, un paesino di soli 150 abitanti vicino la capitale. Ha aspettato tanto che succedesse qualcosa, si legge, che davvero il suo lavoro avesse un senso. Ora però i pensieri lo assillano. Ha un brutto presentimento, ma in realtà è solo questo gioco di coincidenze a preoccuparlo.

Il lettore viene proiettato in tutto questo, in un romanzo un po’ thriller e un po’ noir; d’azione e di dialoghi; di pensieri e riflessioni; di violenza e pazzia. Un romanzo veloce e diretto, introspettivo e anche romantico.

1. Hai in programma un seguito del libro? Se si, dove intendi ambientarlo?

Per ora non è in programma nessun seguito. Sto finendo l’editing del nuovo romanzo, molto diverso rispetto a Vertigine e che riprende anche una triste vicenda realmente accaduta in Italia. In mente c’è già la storia del terzo romanzo e, anche questo, non ha nulla a che vedere con Vertigine. Ammetto che ho voluto esordire con qualcosa di particolare: storia molto rapida, romanzo breve e stile asciutto. Difficile che il tutto si ripeta nei prossimi romanzi, per cui non credo ci sarà un seguito, dal momento che se dovesse esserci anche lo stile rimarrebbe simile; semmai, potrebbe esserci un ritorno di Frank Argento e in quel caso lo farei muovere in Italia.

2. Nel libro si trovano molti riferimenti alle scoperte astronomiche dei Maya, al loro precisissimo calendario e alla Cabala sulla fine del mondo: hai fatto molti studi su questa antica civiltà? Qual è la tua opinione sulle teorie escatologiche dei Maya?

LEGGI ANCHE:  St. Louis. Il Coraggio di un Capitano | S. DellaBella A. Lo Manto

Sì, ho studiato molto. C’è da dire che la mia prima tesi di laurea era incentrata su un’antica civiltà precolombiana molto affascinante: i Toltechi, che precedettero i Maya. Ho avuto a che fare con questo popolo, quindi, soprattutto per motivi di studio. Quando ho scritto Vertigine, non si parlava ancora di 2012 neppure su internet. Ho studiato le teorie sul calendario maya incrociando varie tesi e ricerche, chiudendomi in biblioteca e recuperando anche testi antichi. La mia opinione a riguardo è presente in Vertigine, tra le righe del romanzo; in ogni caso, i Maya non hanno mai parlato di fine del mondo, ma solo della fine del loro lungo computo che implica un cambio epocale. Come avevo accennato in Vertigine, i terremoti e i drastici cambiamenti climatici sono in aumento, ma ciò non significa che nel 2012 ci saranno eventi sconvolgenti a livello planetario come vuole farci credere Hollywood. Io preferisco pensare a un cambio a livello vibrazionale, epocale dunque.

3. Quali sono gli scrittori a cui ti ispiri quando scrivi? Da dove nasce la tua passione per il genere thriller?

Cerco sempre di non ispirarmi a nessuno, perchè il rischio di perdere spontaneità sarebbe troppo alto. Però quando, a fine scrittura, ho riletto Vertigine ho notato che alcune pagine mi ricordavano qualcosa di John Fante, altre addirittura di Stephen King. Dipende molto dalle sensazioni che la lettura ti regala. Il romanzo che sta per uscire, invece, ha dei tratti ironici che potrebbero ricordare lo stile di Lansdale.
Da lettore, la mia passione per il genere nasce per una motivo banale, lo so, ma sincero: raramente mi sono annoiato leggendo un thriller. Da scrittore adoro scavare nelle emozioni, anche quelle meno nobili, dei personaggi: il noir e il thriller ti permettono di farlo sfruttando l’episodio criminoso, che diventa pretesto per analizzare la società nella quale agiscono i protagonisti, senza risultare tediosi.

Autore: admin

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *