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A colloquio con Ljudmila Ulickaja, per il suo “Daniel Stein, Traduttore”, edito da Bompiani

Cover LibroPresenti all’incontro coi lettori, tra gli altri, la traduttrice Emanuela Guercetti e l’agente letterario della Ulickaja, Elena Kostioukovitch, che riveste un ruolo chiave anche all’interno del libro…scopriamo quale!


In quali circostanze nasce l’idea di un testo così composito e articolato?

È stato molto difficile trovare la forma adatta, non era possibile raccontare tutte le storie adottando la forma del romanzo tradizionale. Poi ho scoperto che la forma più adeguata, e anche quella più divertente, fosse quella attuale, complessa come i contenuti, difficile come i personaggi, tutti con voci diverse”.

Come ha operato la scelta/selezione delle varie fonti?

La stesura di questo volume ha richiesto numerosi viaggi in Israele, dove ho incontrato e intervistato le persone che conosceva Oswald Rufeisen, lo straordinario uomo che mi ha spinta a creare il personaggio di Daniel Stein, l’ebreo polacco che riuscì a far fuggire 300 persone dal ghetto di Mir, in Bielorussia, e che poi si convertì al cattolicesimo , diventando frate, e che, infine, in Israele fondò una Chiesa giudaico-cristiana. Ho analizzato documenti veri, mentre altri li ho inventati”.

Insomma, un traduttore nell’accezione più ampia del termine…

“Proprio così: Daniel ‘il traduttore’, non solo perché, con il suo perfetto bilinguismo tedesco-polacco aveva lavorato come interprete per la Gestapo, ma anche  – e forse soprattutto – perché, secondo l’etimologia del verbo ‘tradurre’, Daniel “fa passare”, è un “traghettatore di anime”: dalla prigionia alla libertà, dall’isolamento di una religione ad un’altra più ampia.

Insomma, Daniel ha fatto del suo corpo un ‘ponte’ sopra l’abisso incolmabile che separa giudaismo e cristianesimo; uno dei ‘giusti’ sulla Terra”.

Nel testo sono presenti anche alcune delle lettere che lei e il suo agente vi siete scambiate. Ce ne parli più diffusamente.

Beh, ho dato voce a un numero incredibile di personaggi, tenuti insieme con un abile e difficile “montaggio”, ed ho voluto prendere parte a questo collage di voci inserendo brandelli di vita (una scelta operata, ad esempio, anche in uno degli ultimi libri di Mauro Corona, “Storia di Neve”: tra un capitolo e l’altro descrive quanta fatica gli sia costato completare quel ‘quaderno’ – lui scrive a mano, in quaderni, appunto – che cosa lo abbia fatto fermare per un po’ e così via, ndr).

Del resto il libro è scritto solo dai personaggi, non dall’autrice. Le lettere erano numerose, più di 1000 e comunque diverse al giorno, mentre quelle presenti nel testo sono solo 5, alla fine di ogni capitolo ed indirizzate a Elena Kostioukovitch, per l’appunto, dove faccio un po’ il punto della situazione, mettendomi a nudo con osservazioni psicologiche e autobiografiche”.

Cedendo la parola alla traduttrice, cosa ha provato quando ha posato per la prima volta gli occhi sul manoscritto? Era già consapevole del lavoro che l’aspettava?

Quando si ha a che fare con la letteratura russa, si è abituati a volumi di una certa mole… Ho ricevuto il manoscritto direttamente da Ljudmila Ulickaja, che vi aveva apposto una dedica di incoraggiamento, consapevole della corposità del testo e degli sforzi che tradurlo avrebbe richiesto. La difficoltà maggiore è stata nella resa delle diverse voci, per non cadere nel pericolo di uniformarle. E poi difficoltà di tipo terminologico”.

Qual è stato l’apporto della scrittrice in soccorso ai momenti di empasse traduttiva?

Il contatto tra me e la scrittrice è stato costante, così come la collaborazione, l’apporto significativo e indispensabile (traduttrice e scrittrice sono molto simili, quasi in empatia: infatti, alla presentazione, la traduttrice si è rifiutata di fare i complimenti alla Ulickaja, perché ha detto: ‘avendo la stessa visione delle cose e del mondo, è come se li facessi a me stessa’, ndr)”.

a cura di

Anna Borrelli & Giovanna Caridei

Autore: Giovanna Caridei

Partenopea doc, la Comunicazione è nel mio karma! Fotogiornalista free-lance, insegnante, mediatrice culturale, scrittrice, editor, pr, eventi, mktg e fund raising. Inoltre sono impegnata sui versanti di CineTurismo e Percorsi Letterari, operazioni di marketing territoriale (esperienziale) ad altissima valenza culturale. Orbito poi in ambito teatrale, all'insegna della fantastica esperienza delle "residenze teatrali". And last but not least...in qualità di traduttrice da-in EN/FR, conduco una personalissima attività di scouting editoriale d'inediti stranieri in Italia.

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