Intervista a Paola Mini, autrice de "Quella volta che decisi di aprire un negozio" Intervista a Paola Mini, autrice de "Quella volta che decisi di aprire un negozio"

Intervista a Paola Mini, autrice de “Quella volta che decisi di aprire un negozio”

Nata a Genova (dove tutt’ora vive), Paola Mini, curiosa e autoironica, da qualche anno è tornata al suo amore per la narrativa iniziando a scrivere. Ha all’attivo sdiversi riconoscimenti in ambito letterario e la conseguente pubblicazione dei suoi racconti in antologie (si ricorda in particolare la vittoria nel 2015 e il secondo posto nel 2017 del Premio Giovannetti). In questa intervista ci parla del suo Quella volta che decisi di aprire un negozio.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

La storia inizia su una spiaggia dove Claudia racconta a Valeria di come andò quella volta che decise di aprire un negozio. La protagonista confida di essere stata molestata dall’ex datore di lavoro, fatto che l’ha spinta a mettersi in proprio. Il racconto prosegue con la descrizione della variopinta galleria di clienti conosciuti che arricchisce questo romanzo rosa denso di emozione e sentimento.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Trovarmi di fronte a un foglio bianco mi ha sempre fatto l’effetto di una bella piscina: desidero subito tuffarmici dentro! Al contrario dei numeri, che mi mettono a disagio, adoro le lettere, le parole e anche l’enigmistica. Non posso stare senza leggere un libro. Lo spunto per il primo libro, parzialmente autobiografico, è arrivato dopo l’esperienza del negozio, incredibile fonte d’ispirazione.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Per questo primo romanzo ho impiegato un paio d’anni anche perchè, a dire il vero, non pensavo sarebbe mai stato pubblicato. Abito con mio marito e i miei due figli in una casa di 90 mq, la stanza in cui raccogliermi a scrivere è pertanto diversa ogni volta a seconda di quella che, immagino, sarà la più tranquilla. Mi piace(rebbe) scrivere di primo mattino quando il cervello è più scattante.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Tra i molti preferiti Pirandello, Deledda, Orwell, Bulgakov, Chricton, Kinsella. Ho letto I Promessi sposi cinque volte, Il Fantasma dell’opera in due giorni. Vorrei assimilare qualcosa da tutti senza dover necessariamente somigliare a qualcuno. Persino Vamba, col suo Giornalino di Gian Burrasca, mi ha insegnato qualcosa. Per raggiungere il lettore utilizzo uno stile semplice e scorrevole.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

In linea di massima, per una presentazione generale, brani di Bix Beiderbecke (Sorry, I am glad, You took an advantage of me, Therell come a time) o di Jelly Roll Morton (Climax rag, Big Foot Ham) o Gershwing vanno bene. Nel mio romanzo però, oltre a episodi comici, si trovano anche un capitolo a sfondo erotico e uno che parla di campi di sterminio. Dipende da cosa si decide di leggere.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Un romanzo per chi non cerca “sacre verità” o sciocchezze scritte tanto bene da parere vere ma solo qualche ora di piacevole lettura. Una storia dei giorni nostri in cui pagine allegre si alternano ad altre più profonde di intima riflessione.

Autore: Redazione

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