Intervista a Gilda Di Nardo, autrice de "Il cimitero delle posate" Intervista a Gilda Di Nardo, autrice de "Il cimitero delle posate"

Intervista a Gilda Di Nardo, autrice de “Il cimitero delle posate”

Gilda Di Nardo, nata nel 1976 a Taranto, vive a Roma dove lavora come psicologa e psicoterapeuta, ha pubblicato alcuni testi di psicologia e ha esordito narrativo con Sovera col romanzo Giorni di crisi e tulipani, nel 2015. Nel 2016 ha pubblicato con ilmiolibro il romanzo Uno zombie d’altri tempi e nel 2017 Il cimitero delle posate.

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Il cimitero delle posate. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

“Il cimitero delle posate” è il mio ultimo romanzo, non credo sia ben collocabile in un genere preciso, c’è introspezione, mistero a tratti, atmosfera sognante… Ernesto è il protagonista che seguendo il suo particolare rapporto con le posate, insieme ad una serie di personaggi, darà vita ad un vero e proprio cimitero delle posate, un luogo spirituale, magico e sognante…

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Sin da ragazzina amavo scrivere e leggere… e ho sempre lasciato bozze qua e là…poi più grandicella sono arrivate le prime pubblicazioni di psicologia e solo dopo ha invece preso su di me il sopravvento la voglia di scrivere romanzi e racconti…

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Pochi mesi. Meno dei precedenti romanzi. Appena ho iniziato a definire Ernesto, il protagonista, era come se lo vedessi prima ragazzino indifeso e sognatore e poi adulto sensibile e complesso e poi mi sono divertita a farlo accompagnare da personaggi che io stessa vorrei come amici…

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

RaveDostoMuraPennac può andar bene come risposta? Intendo così un misto di Dostoevskij, Murakami, Pennac, Lidia Ravera. Lo so, grandi nomi e stili lontani…ma sento di rispondere così, istintivamente. Quale libro del presente o passato potrebbe essere il mio? Alice nel paese delle notti bianche!

LEGGI ANCHE:  Intervista a Filippo Tofani, autore di “Da qualche parte in Toscana”

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Ho creato una playlist su youtube per ogni mio romanzo e per i primi due romanzi Oren Wabi Sabi ha anche creato due pezzi ad essi liberamente ispirati (Il senso della trama per “Giorni di crisi e tulipani” e “Uno zombie d’altri tempi” per l’omonimo romanzo). Quindi consiglierei la playlist “Il cimitero delle posate” e se proprio dovessi scegliere un brano allora “Piccola vita” di Mannarino.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

“Piccole gesti, piccole cose, piccole vite” inizia così Il cimitero delle posate; seguitemi sognanti tra le righe del mio romanzo e scoprirete che anche un cucchiaino può far riflettere. Buona vita.

Autore: Redazione

Condividi Questo Post Su