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Anne Frank – Il diario

Anne FrankL’argomento è serio e importante, necessita di non essere mai affievolito dal tempo. Numerose sono le testimonianze e i racconti sulla Shoah, ma personalmente ritengo che la stella polare per orientarsi negli orribili eventi della seconda guerra mondiale sia lei, Anne.
Nata a Francoforte nel 1929 da Otto ed Edith, Anne Frank non avrebbe mai immaginato che il diario da lei redatto tra il giugno del 1942 e l’agosto del 1944, sarebbe divenuto un best-seller tradotto in settanta lingue e che avrebbe venduto milioni di copie. O meglio, lo sperava. Ma poi chiosava: “A chi potrebbero interessare i racconti di una tredicenne?”.
Hanno invece stregato milioni di persone. La ragazzina vivace e carismatica di Francoforte, emigra ad Amsterdam nel 1933 quando sale al potere il partito nazista e per gli ebrei inizia un lungo inverno. Anne abita dapprima a Merwedplein, frequenta la Scuola Montessori, gioca con le compagne di scuola e conduce una vita apparentemente normale. All’entrata in vigore delle leggi razziali, Anne, come tutti i bambini ebrei, è costretta a frequentare il Liceo ebraico. La morsa dei tedeschi, che nel frattempo hanno occupato l’Olanda il 10 maggio 1940, si fa sempre più stretta nei confronti della famiglia Frank. Quando nel mese di luglio del ’42 la sorella Margot riceve una chiamata per essere trasferita nei campi di sterminio, il padre Otto mette in pratica un piano che da tempo covava: la clandestinità.
Nel retro di un edificio sulla Prinsengracht numero 263, dove trova collocazione, ai piani inferiori, la ditta del padre, Anne si rifugia con tutta la famiglia, raggiunta poi da un altro nucleo familiare (i Van Pels, che nel diario saranno i Van Daan) e un amico di Otto Frank, dentista, di nome Fritz Pfeffer, ribattezzato “signor Dussel” negli scritti di Anne.
Prima di entrare in clandestinità, per il suo tredicesimo compleanno, la ragazza riceve un diario con una copertina di tela rossa e quadretti bianchi. Sarà “Kitty”, la sua amica immaginaria, a cui racconterà con grande costanza e senza peli sulla lingua il trascorrere del tempo rinchiusa in quello che lei battezza “Alloggio Segreto”. Emergono tutte le sfaccettature di Anne.
La grande speranza

Eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace

Il rapporto tormentato con la madre

E’ difficile dire la verità, eppure la verità è che lei mi ha allontanata da sé con i suoi commenti inopportuni e il suo modo sarcastico di affrontare temi su cui non voglio scherzare, mi ha reso immune al suo affetto”

Ed ancora, il sentimento che sboccia verso Peter, compagno di clandestinità figlio dei Van Daan, l’amore per la natura seppur spiata dal piccolo lucernario della soffitta. Emerge un’Anne molto più matura della sua giovanissima età.
Seguendo una sicura vocazione di scrittrice, quando il ministro olandese per l’educazione, in esilio nel Regno Unito, annuncia via radio di voler pubblicare gli scritti e le memorie della guerra una volta che essa sarà finita, Anne non esita a tramutare la sua opera, finora semplice sfogo personale, in un manoscritto pronto per la pubblicazione.
Il diario ci prende per mano e ci porta all’interno di una situazione a noi talmente lontana e inimmaginabile che desta gioco forza grande tensione ed emozione. Anne è autocritica, ammette di non avere un carattere semplice, e di essere perennemente in preda a una doppia personalità: l’Anne buona, che vorrebbe far uscire più spesso, e l’Anne scanzonata e irriverente che spesso complica i rapporti con gli altri. Il primo di agosto del 1944, è una mattina: i sogni e le speranze di Anne, così tenacemente difesi e custoditi, finiscono con l’irruzione della polizia tedesca che consegna Anne al destino dei campi di concentramento insieme agli altri componenti della famiglia; ma allo stesso tempo la proietta nel mito, nel ricordo, nell’immagine del bene che deve trionfare sul male.

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