Cascina Virginia, intervista all'autore Calogero Mazza Cascina Virginia, intervista all'autore Calogero Mazza

Cascina Virginia, intervista all’autore Calogero Mazza

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Calogero, ci racconti della sua Cascina Virginia immersa nelle campagne italiane: un posto realmente esistito, un posto a lungo sognato, un posto solo immaginato…?

Cascina Virginia è un posto immaginario delle campagne del territorio bergamasco. Un posto fantasioso nel contesto narrativo talmente simile a moltissime realtà rurali dell’ambiente al quale fa riferimento che lascia all’immaginazione del lettore la forte sensazione di identificarlo facilmente ora

Scrivere dell’intera vita di qualcuno può essere un’impresa ardua, e attingere alla realtà può talvolta facilitare il compito. Quanto c’è di autobiografico nella descrizione dell’esistenza di Daniel Boschetti? con quella cascina ora con quell’altra, tutti posti dove è stato o che ha visto. Il paesaggio ambientale difatti lascia credere che tantissime cascine potrebbero essere Cascina Virginia. E, perché no, sognare che qualcuna di esse possa esserlo un domani!

Daniel Boschetti è frutto esclusivo della mia fantasia narrativa, così come tutti gli altri personaggi e tutta la storia del romanzo. In lui, in particolare, ho cercato di far confluire delle sfaccettature caratteriali tali da creare un ‘soggetto positivo’, un individuo con delle virtù difficili da poter trovare nel nostro quotidiano. Tuttavia penso che ogni autore, inconsciamente o no, metta sempre qualcosa di proprio nei personaggi che crea. Ecco, potrei dire che caratterialmente c’è qualcosa di mio in Daniel… anche se sono fortemente convinto che Daniel Boschetti è Daniel Boschetti! Il Daniel Boschetti di Cascina Virginia.

Daniel si trova a dover affrontare degli accadimenti più grandi di lui: il tradimento, la morte, la fine di un’amicizia. Qual è la sua ricetta personale contro la tristezza che si sentirebbe di consigliare al suo personaggio?

Quel che Daniel si trova a fare nel suo quotidiano, dentro la sua vita, è già quello che potrei consigliargli. Ovvero la dignità e l’umiltà nell’affrontare qualsiasi evento contrario. Accettare ciò che la vita dà e toglie nella stessa identica maniera, magari cercando conforto in ciò che si ha di più caro, ciò che rimane. Aggrapparsi alla vita, quella stessa vita che è l’unico antidoto alla tristezza.

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Sappiamo che lei è nato in Sicilia ed è in seguito “emigrato” al nord. Daniel invece nasce e cresce sempre nello stesso paese, nel Nord Italia. Lei si identifica ormai nel suo personaggio in quanto “settentrionale” o mantiene ancora ben salde le sue radici meridionali?

Nonostante la mia ottima ‘integrazione’ nell’ambiente in cui vivo, che amo, conservo intatte le mie origini. Basti pensare all’espressione che si stampa sul mio volto ogni volta che arrivo sullo stretto di Messina. Inizio a respirare aria di casa. Il mio forte accento agrigentino inizia a ri-timbrare le mie parole!

Daniel è fortunato, perché ha un’attività di famiglia da gestire, un lavoro che ama e che lo soddisfa. Eppure, cerca sempre di aiutare chi è meno fortunato di lui. Cosa direbbe a quei giovani che oggi sono costretti a rinunciare ai propri sogni per guadagnarsi da vivere, siano essi scrittori o meno?

Non è mai facile dare dei consigli… dei giusti consigli. Ciò che mi viene da dire è sicuramente di accettare ciò che la vita mette a disposizione non abbandonando mai l’idea di un futuro migliore. Un progetto che oggi è impossibile da realizzare domani potrà esserlo. E occorre essere pronti qualora l’opportunità si dovesse presentare. Fare l’operaio oggi non significa che non si possa diventare uno scrittore domani… essere disoccupati oggi non vuol dire necessariamente che domani si debba essere sempre disoccupati. Credere e pensare in positivo spesso propizia l’arrivo della positività.

Calogero Mazza è l’autore de Cascina Virginia, romanzo edito da Enter disponibile per l’acquisto su Ibs.it a 12,75 euro. Per chi se la fosse persa, ecco la recensione dell’opera a cura di Caterina Geraci.

Autore: Caterina Geraci

Leggo da sempre, leggo dovunque, leggo perché ritengo che vivere una sola vita sia tremendamente noioso. Soprattutto se quella vita la vivi in un paesino in provincia di Palermo. Per fortuna viaggio tanto, e non solo con la mente. Ah, dimenticavo: sono molto poco brava a descrivermi in poche righe; ma questo si era capito, no?

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