Radiosimo di Simone Gabrielli Recensione Radiosimo di Simone Gabrielli Recensione

Radiosimo di Simone Gabrielli

Radiosimo di Simone Gabrielli

Radiosimo di Simone Gabrielli

Tante voci diverse abitano il cosmo interiore di un’anima solitaria, perseguitata dal piacere per la speculazione, profonda o sbrigativa che sia, purché possa descriversi e comunicare al suo interprete, autore e lettore al contempo. Simone Gabrielli nel suo Radiosimo, disponibile su radiosimo.wordpress.@gmail.com, ci offre il racconto di giornate, minuti o pochi istanti cristallizzati in un linguaggio istintivo, vicino alle forme dell’oralità. È come sentir parlare un amico in vena di confidenze, sulla carta più libero dalle catene dell’io che ci impediscono di rivelare debolezze e virtù, senza l’imbarazzo dello sguardo, ma carico del bisogno di sincerità.

“Sentirsi parte di un modo di pensare unito e compatto che non mette barriere, che non necessita di alcun rito per entrarvi. Solo sincerità e libertà nel poter sbagliare, nessun giudizio vomitato gratuitamente”. Pagina dopo pagina, scorrevole poiché tesa all’immediata comprensibilità, aggiungiamo i tasselli che compongono il ritratto dell’immagine autoriale dell’opera. È uno dei maggiori pregi di Radiosimo, il gusto della scoperta di un’alterità letteraria, ma forse più viva, o vera, di altre incarnazioni tangibili. Chi mi sta parlando? Chi è lo speaker di questa radio? Sono gli interrogativi d’innesco alle molle della lettura. Un processo più facile per quanti possano riconoscersi nei frammenti di Gabrielli: “ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso”, avrebbe detto Proust.

“Solo quando riusciremo a guardare con gli occhi del cuore, solo da quel momento, riusciremo ad amare per sempre. Solo quando riusciremo a guardare con gli occhi del cuore riusciremo a rendere eterna la bellezza di chi ci sta a fianco”. Simone parla d’emozioni, le sue ma anche le nostre, se scegliamo di vestirne i panni, rivissute alla luce del ricordo. È un testo giocato su un’azione a posteriori, è un racconto in differita, come in differita è la vita. Forse più facile è quindi cedere alla tentazione dell’illusione di essere anche noi autori. Ci vuol poco a riscrivere un ricordo, anzi a crearlo, ispirati da un libro. Le scelte stilistiche meritano poi un’attenzione speciale. Non crediate di trovare un io bisognoso di una costruzione ideale, non pensate all’egocentrica, stolida raffigurazione di un sé immaginario. In altre parole, sebbene Radiosimo abbia un unico soggetto, non s’inoltra nei territori della masturbazione intellettuale (o intellettualoide, se preferite).

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Al contrario, l’opera farà breccia nel pensiero di quanti prediligono le forme della semplicità, nell’abbandono del confronto con altre opere. Semplicità venata di spunti originali, anche nelle forme sintattiche, a tratti in deroga dalla norma grammatica ma non per questo inappropriate. È semmai il contrario. Si tratta del risultato di una scelta comunicativa, consapevole o meno che sia poco importa. Il parallelismo con la metafora della radio, contenuta nel titolo, è quindi una sorta di anticipazione paradigmatica dei contenuti. Se avete voglia di scoprire le trasmissioni di Radiosimo, non dovete far altro che sintonizzarvi, in libreria ovviamente.RADIOSIMO -Liberi pensieri per esistere e resistere- _LIBRO

Autore: Iacopo Bernardini

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