Intervista a Salvatore Lenzo, autore de "Principi di Esonismo" Intervista a Salvatore Lenzo, autore de "Principi di Esonismo"

Intervista a Salvatore Lenzo, autore de “Principi di Esonismo”

Salvatore Lenzo, nato ad Alì (ME), classe ’46, vive a Catania. Dottore commercialista in pensione, ci parla del suo Principi di Esonismo.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il titolo introduce un neologismo “esonismo” per un trattato di rivisitazione della scienza economica dove esonismo è in alternativa ad edonismo-egoismo che è il criterio adottato nelle teorie economiche che hanno prodotto guerre, disuguaglianze e disastri, fino ai nostri giorni pur essendo venuto nella storia Gesù Cristo, alla cui carità, fraternità ed uguaglianza si conforma il termine esonismo.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Dopo gli studi economici e l’abilitazione ho esercitato la professione di commercialista e dopo 40 anni ora sono in pensione dal 2010 ed ho trovato la passione per lo scrivere non avendola mai ricercata, infatti il libro per me è una sorta di bilancio ispirato dopo una vita spesa fra gli studi ed una fede profonda in Gesù Cristo, alla cui dottrina è confrontata l’economia.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho impiegato circa 3 anni ed è stata come un’ispirazione guidata da uno spirito incontrollato che mi ha orientato ad una costanza, uno stile ed una determinazione che non saprei né spiegare né ripetere, che hanno fatto sì che lo scritto non sia stato mai interrotto né riletto o corretto fino al compimento dell’opera. Dormivo nella stanza ove scrivevo e le ispirazioni notturne non venivano mai perdute.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Alessandro Manzoni, nel distacco, nel disincanto e nell’evidenza dell’intervento della provvidenza. Mi piacerebbe riuscire a spaziare nelle descrizioni senza essere ripetitivo o prolisso, onde meglio fissare per il lettore i concetti salienti.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Le quattro stagioni di Vivaldi, alternate con lunghi silenzi o con sinfonie molto leggiadre e qualche opera di Beethoven e Mozart.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Credo che questo libro sarà il più letto nei prossimi 300 anni. Oggi potrebbe non essere letto da nessuno anche perchè troppo voluminoso, 600 pagine, ma spero lo leggano molti, dovessi guadagnare nulla per me.

Autore: Redazione

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