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Sangue e neve| Jo Nesbø

Sangue e neve - NesboJo Nesbø, autore noir, presenta al pubblico il suo romanzo “Sangue e neve” (edito Einaudi) e ancora una volta conferma le sue doti di scrittore noir, con il suo inconfondibile stile deciso e crudo.

Un killer inconsueto in Sangue e neve

Vincitore di numerosi premi internazionali, ma soprattutto norvegesi, l’autore dà in pasto al suo pubblico la storia di un killer inusuale: dislessico, incapace in matematica, negato come rapinatore o strozzino.
Il nome del killer dal cuore tenero è Olav e lavora per un master del crimine, il signor Hoffman. Olav è spietato, sa fare bene il suo lavoro, è pulito e insospettabile e, per ordine di Hoffman, ha già “liquidato” moltissime persone.
Non è un lavoro per tutti uccidere la gente senza lasciare alcuna traccia; ad Olav invece riesce benissimo: liquidare le persone è un mestiere in cui Olav realmente eccelle. 
Almeno fino a quando il suo capo non decide di assegnargli una “liquidazione” alquanto unica; sospettando di tradimento sua moglie Corina, Hoffman gli ordina di sbarazzarsi della donna. 

La giovane moglie di Hoffman è bella, sensuale e delicata e, in breve tempo, Olav se ne innamora, non riuscendo a portare a termine il compito che gli era stato assegnato. In fondo, per sua stessa ammissione, Olav non è altro che un killer dai troppi sentimenti e anche Corina lo confermerà, affidandosi completamente a lui, in una fuga sovvertita verso la salvezza.
Contrastare le scelte del boss certamente non può portare nulla di buono: ferito e tradito due volte, Hoffman, cercherà in tutti i modi di ucciderli entrambi, dando il via a una caccia all’uomo spietata, costellata di morti e abili descrizioni crude. 

Il triangolo e i suoi personaggi

Non tutti e 3 personaggi di questo triangolo criminoso sono ben delineati nel corso del romanzo.
Personalmente, ho trovato molto interessante il personaggio di Olav: nonostante la sua apparenza molto piatta e sempliciotta, in realtà si tratta di una figura di grande spessore. È un personaggio autonomo, molto forte, che, nonostante le notevoli difficoltà, cerca di trovare il suo posto nel mondo a modo suo, facendo ricorso al suo enorme bagaglio di esperienze, alcune delle quali persino piacevoli.
Credo che, al contrario, Corina non sia un personaggio degno di nota: la moglie del capo è la “Elena di Troia” della trama, ma il suo carattere risulta sfocato e non sufficientemente approfondito. Sembra quasi venga lasciata aleggiare nella storia senza un particolare scopo, se non quello di detonatore dell’intera vicenda. 
Decisamente ben strutturato è, invece, Hoffman: classico cattivo, con i suoi abili scagnozzi che lo seguono e proteggono, è un personaggio molto interessante; personalmente, poi, io amo molto i “cattivi” e trovo che questo rientri perfettamente nella categoria del “cattivo senza cuore”, il classico personaggio che o si ama o si odia.

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Temi e stile

L’inizio del romanzo sembra stentare a partire: le tematiche non son ben chiare sin dalle prime pagine; sembra quasi che la morte debba farla da protagonista per l’intero romanzo. Fortunatamente, nel corso del racconto la storia prende corpo, come se maturasse in un percorso intimo di scoperta di sé da parte del protagonista.
Per l’intero romanzo, si respira un quid amoroso e dolce, alimentato dai sentimenti tra Corina e Olav, dando forse al romanzo un’aria dolciastra che potrebbe farlo apparire un po’ noioso.
Il lessico utilizzato è ben calibrato: perfettamente consono ai personaggi e al genere.
Personalmente, amo lo stile discorsivo e fluido, anche se, purtroppo, trovo che il “Sangue e neve” presenti alcune pecche nella sintassi, che sminuiscono il valore del libro; una maggiore attenzione all’editing avrebbe certamente garantito un più alto livello qualitativo dell’intero noir.

Nel complesso, “Sangue e neve” si legge abbastanza bene, è scorrevole e gradevole alla lettura: è un libro per tutti, anche se alcune scene forti non sono particolarmente adatte ai deboli di stomaco.
È  senz’altro una piacevole lettura prima di andare a dormire, ma dal mio punto di vista, non credo si tratti di un noir che prende e ti porta via dalla realtà.

Autore: Manuela Vitale

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