Il virus benefico | Pierluigi Dadrim Peruffo Il virus benefico | Pierluigi Dadrim Peruffo

Il virus benefico | Pierluigi Dadrim Peruffo

La trama

Filosofia, sociologia, antropologia, satira e poesia. Il virus benefico di Pierluigi Dadrim Peruffo potrebbe collocarsi in questi generi letterari, dando la priorità alla poesia che, come afferma lo stesso autore, può divenire un potente strumento di trasformazione se abbinata alla realtà.

E sono molto reali i temi affrontati dall’opera in esame: amore, morte, libertà, significato ultimo della vita umana, natura e origini della sofferenza e della violenza, ricerca della bellezza, della gioia e del sacro. Tematiche all’ordine del giorno ma che, non sempre, conquistano lo spazio e l’attenzione che meritano.

Questo libro, rivolto ad ogni individuo che desidera vivere pienamente, libero, felice e con amore, rappresenta una possibilità di scelta in un mondo carico di sofferenza. Gli individui che lo popolano desiderano libertà, felicità e amore, ma non sanno scovarle e coglierle, come sottolinea Peruffo: “Viviamo in un tempo complesso nel quale si sente un crescente bisogno di ordine e di chiarezza; avvertiamo la necessità di superare quel senso d’impotenza oggi così diffuso e causato dal rapporto sempre più conflittuale tra individuo e sistemi di potere. Il testo si propone quindi di suggerire un percorso di affrancamento interiore”.

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Ma da cosa occorre partire per raggiungere il reale affrancamento di cui parla l’autore? A dare una risposta ci pensa Il virus benefico che indica come premessa del percorso interiore l’analisi di una serie di precisi condizionamenti psicologici, ossia di quei meccanismi che dopo essere stati alla base delle più terribili esperienze individuali e collettive del Novecento sembrano guidare anche la cultura e la società del Terzo millennio, sia pure in una forma diversa…

Ma è proprio quando l’uomo comprende di non avere scampo alcuno dal suo destino mortale che qualcosa di immensamente prezioso inizia ad accadere. Uno strano senso di totale e serena impotenza sale dagli spazi più profondi dell’anima, aprendo le porte a un’umiltà mai sperimentata prima, a una dolce e genuina compassione per questa singolare e fragile condizione umana, diversa solo all’apparenza, ma universalmente identica nell’essenza più vera.

L’autore

Pierluigi Dadrim Peruffo, dopo un’infanzia e un’adolescenza caratterizzate da un’intensa quanto difficile ricerca di armonia e significato, a 19 anni conosce due persone fondamentali per il suo futuro percorso di vita: un frate francescano e uno psichiatra che lavoravano insieme e che insegnavano la filosofia mistica e la meditazione come strumenti di cura e di cambiamento interiore. L’incontro in questione e svariate condizioni favorevoli hanno aiutato il nostro autore a intraprendere un intenso e profondo lavoro di indagine esistenziale.

Nel 2005 si laurea in Filosofia, per poi ottenere, nel 2007, un master in Counseling filosofico. Dopo gli studi inizia a lavorare in diversi ambiti del sociale, occupandosi prevalentemente dell’educazione dei giovani e del benessere relazionale e interiore della persona. Dal 2008 condivide sul web domande, risposte e riflessioni su questi temi.

Nella stesura del saggio Il virus benefico ha messo nero su bianco le sue conoscenze e i suoi studi, ma non solo: “questo lavoro è frutto tanto di studi quanto di esperienze di vita e di lavoro. In questo percorso tutto ha influito, la mia famiglia, un viaggio in Mongolia fatto vent’anni fa alla ricerca di un fantomatico sciamano mai trovato, la mia adorata Belgrado con il suo splendido Danubio da cui torno ogni anno da più di dieci anni, le persone che ho amato, che amo, che ho perso e rincontrato, le mie fragilità e le mie paure, ma forse più di ogni cosa il desiderio di verità che la vita mi ha concesso.”

Lo stile

Pensando a questo libro mi viene in mente un’orchestra dove suonano diversi strumenti, ognuno con il suo stile, la sua intensità, le sue emozioni, che nel loro fondersi e dividersi compongono una musica capace di rompere gli schemi del nostro passato e di condurci in uno spazio nuovo, aperto, colmo di possibilità e speranza. In questa musica si può udire il suono dei violini che con ironia raccontano la stupidità dell’uomo, la dolcezza e la poesia del pianoforte che parla della creatività e della bellezza del desiderio umano, il suono allegro dei flauti che rievoca i nostri sogni d’infanzia e cerca di riavvicinarci al mondo dei bambini, i gravi toni del contrabbasso che ci parlano degli stati più profondi della coscienza, i ritmi sincopati e potenti della batteria che scandiscono il tempo della storia umana con le sue grandezze e le sue tragedie, le sue guerre e i suoi salti verso l’ignoto…” è quanto afferma l’autore Pierluigi Dadrim Peruffo parlando del suo modo di scrivere e, soprattutto, dello stile o, meglio, degli stili presenti nel volume Il virus benefico.

L’approccio estremamente critico e indagatorio, spesso incredulo, con cui sin da piccolo l’autore si misurava con le spiegazioni sul mondo e sull’uomo che gli adulti offrivano, caratterizza anche il suo approccio alla scrittura, che appare mirata a indagare, capire, spiegare, donare a chi legge le risposte e/o gli strumenti necessari a trovarle o a tentare di farlo.

Si potrebbe affermare che questo libro sia stato iniziato da Peruffo molti anni fa e che adesso, dopo il percorso di studi e tanto lavoro, è realmente pronto per regalare qualcosa di benefico ai lettori, affinché possano ritrovare se stessi e della ‘bontà’ nel mondo attuale che è tutt’altro che semplice e pulito.

Autore: redazione

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3 Commenti

  1. Un Libro che libera la mente, alleggerisce il cuore e accarezza l’anima…ma anche un “manuale” pratico e immediato. Che il contagio abbia inizio e che sia senza fine!!

  2. Il saggio di Dadrim è solo “un assaggio” di quello che potrebbe essere un gran bel libro da far leggere nelle scuole ai giovani di oggi. Non c’è stato un argomento che non mi abbia fatto pensare “Quanto è vero!”. Mi ritrovo molto nelle parole (e non credo di essere l’unico): ” …Vivendo nel passato utilizziamo il futuro come mezzo per evitare i dolori che abbiamo patito, o per cercare di replicare i piaceri di un tempo”. Se dovessi dire qualcosa di “negativo” di questo libro, direi che è troppo breve. Avrei approfondito di più l’argomento “famiglia e genitori”.

  3. Condivido in pieno la recensione di Lina. Un libro che racconta in maniera semplice la realtà di oggi che spesso non vogliamo vedere. E’ un libro di poche pagine e gli argomenti trattati sono molto importanti, per cui spero in un seguito.

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