Intervista a Davide Rossi, autore de "E alla fine c'è la vita" Intervista a Davide Rossi, autore de "E alla fine c'è la vita"

Intervista a Davide Rossi, autore de “E alla fine c’è la vita”

e alla fine c'è la vita

Davide Rossi è nato il 18/01/1985 ed è cresciuto in un piccolo paese della provincia di Pavia, Sant’Angelo Lomellina. Nonostante gli studi di natura prettamente scientifica, continua a coltivare due grandi passioni che lo accompagnano fin dalla tenera età: il cinema e la scrittura. In questa intervista ci parla del suo E alla fine c’è la vita

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il romanzo narra le vicende di quattro ragazzi, Marco, Marianna, Mario e Marika. Quattro persone differenti, le cui vite si incrociano fra i banchi dell’università, e le nottate sfrenate e folli di Pavia. Droga, alcool e sesso sono i protagonisti principali delle loro esistenze, che verranno però sconvolte da alcuni avvenimenti, obbligandoli a rivalutare la loro condotta. Genere:Pop /indie.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Nasce precocemente, grazie alla lettura e al cinema. Ho cercato di svilupparla e migliorarla durante l’adolescenza, sperimentando e scoprendo diversi autori. Negli anni successivi mi sono avvicinato alla cinematografia, con la scrittura di alcune sceneggiature e grazie a delle collaborazioni. Infine, ho virato per la scrittura creativa, il mio grande amore.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Il romanzo è stato scritto in circa sei mesi. Il soggetto mi era da tempo chiaro in testa. Ho passato un lungo periodo a immaginarmi le scene e la loro scrittura nella mia mente prima di iniziare. Avevo altri progetti e impegni in corso, e non volevo che mi distraessi, però spesso il pensiero correva a questa storia. Quando ho iniziato facevo fatica a interrompermi, scrivevo anche di notte.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Il romanzo è volutamente ispirato a quello di B.E.Ellis, “Le regole dell’Attrazione”, di cui consiglio anche il film di Roger Avary. Io sono grande ammiratore dello scrittore statunitense, e del suo stile narrativo. Spero di essermi avvicinato.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Direi Kasabian, un bel punk americano da college party, ma anche i Baustelle, la canzone “Gomma”. L’ideale sarebbe abbinare alla prima parte una musica veloce, che ti dà la carica, mentre nella seconda parte qualcosa di più riflessivo, strumentale.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggere non è solo immaginare una storia, visualizzarla. Leggere è provare sentimenti, credere di esserci, emozionarsi e farsi ispirare dallo scrittore e dai sentimenti che l’anno portato a raccontarci quelle vicende. Leggere è respiro.

Autore: Redazione

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