Intervista a Raphaëlla Angeri, autrice de "Una bambina da salvare" Intervista a Raphaëlla Angeri, autrice de "Una bambina da salvare"

Intervista a Raphaëlla Angeri, autrice de “Una bambina da salvare”

Una bambina da salvare

Raphaëlla Angeri vive a Mantova. Nata in Belgio a Charleroi nel 1957. Figlia di immigrati italiani. Primogenita di quattro figli. Il padre minatore è sopravvissuto alla strage di Marcinelle (Agosto 1956). E’ sposata dal 1977, madre di due figlie. Nel 2018 è stata selezionata e ha partecipato al FESTIVALETTERATURA DI SOAVE (VR) ed è stata presente al SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO TORINO. In questa intervista ci parla del suo Una bambina da salvare

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Testo autobiografico. Ho aiutato una bambina a uscire da un giro di pedofilia gestito dalla sua stessa famiglia. Storia complicata ma finita bene. Cosa che non accade per tanti altri bambini violati. Di questi avvenimenti si parla solo quando accadono episodi incresciosi. E’ un problema sommerso ed inquietante. I nostri figli sono dei nativi digitali e oggi proprio da qui può nascere il pericolo.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

E’ stato mio marito a suggerirmi di scrivere questo testo e ammetto che aveva intuito la mia necessità di esternare qualcosa che per me è stato terapeutico. Il mio libro è nato da un immenso bisogno di voler dire a chiunque che certe cose non possono e non devono essere taciute.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho impiegato due anni per finire questo libro perché la faccenda si è protratta per diverso tempo. Con la mia famiglia abbiamo vissuto stati d’animo incredibili. Quando pensavo che tutto fosse finito, ecco che il male sembrava rigenerarsi. La mia è una famiglia normale ed essere coinvolti e affrontare situazioni da fiction ci ha spiazzato, ma non ci siamo mai arresi.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Ognuno di noi ha uno stile proprio. Io non riesco a paragonarmi a nessuno in particolare. Non sento il bisogno di seguire l’esempio di scrittura di qualcuno. Ritengo giusto che ciascuno scriva a modo suo. Posso dire che mi piacciono gli autori che non si dilungano in descrizioni inutili, noiose e che talvolta richiedono l’uso del dizionario. Ho raggiunto la 4° ristampa e realizzato un ebook.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Richard Clayderman – SOUVENIRS D’ENFANCE.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Sono una persona molto grata alla vita, questa mi ha dato veramente tanto! Purtroppo mi ha anche riservato sorprese incredibili e spiacevoli. Trovare il modo e la forza per affrontarle, per me si è poi rivelato estremamente gratificante.

Autore: Redazione

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