Intervista a Giacinto Zappacosta, autore de "Conchiglie sparse" Intervista a Giacinto Zappacosta, autore de "Conchiglie sparse"

Intervista a Giacinto Zappacosta, autore de “Conchiglie sparse”

Conchiglie sparse

Giacinto Zappacosta, nato a Vasto, in Abruzzo, 58 anni fa, dopo aver conseguito la maturità classica e la laurea in Giurisprudenza, ha vissuto per molti anni in Lombardia dove, vinto un concorso, ha lavorato nel settore pubblico. In gioventù ha lavorato quale corrispondente, per la pagina locale, di quotidiani a diffusione nazionale. Si divide ora tra l’Abruzzo e Taranto, sua città d’adozione.

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Conchiglie sparse. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

A più di un anno dalla pubblicazione (Aletti editore), forse per la prima volta sto guardando Conchiglie sparse dall’esterno. Prima, per così dire, c’ero dentro, immerso dapprima nello scrivere, poi nel godermi la lettura del testo completo. Ora quindi posso dire che la trama, in effetti mai cercata, non esista. Il romanzo si compone di rapide pennellate su situazioni personali e collettive.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Scrivere è l’unica cosa che so fare. Ovviamente questa passione, perché di vera e propria passione si tratta, presuppone buone letture. Qualche volta mi sento dire “hai un talento innato”. No, non è così. Tutto è il risultato di un’acquisizione. Ricordo ancora il voto al primo compito in classe di italiano, alle medie, 5 e mezzo, e la faticosa risalita, lenta, dapprima verso la sufficienza.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Un’estate intera, rinunciando al mare. Sveglia molto presto, colazione e subito dinanzi al computer dove man mano stava prendendo corpo lo scritto. Poi un veloce pranzo e di nuovo a scrivere, fino allo sfinimento. Vorrei dire che le poesie contenute nel romanzo sono state da me composte anni addietro. Si tratta di un lavoro le cui scaturigini vanno ricercate in una lunga sedimentazione.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Mi piace molto lo stile asciutto di Sciascia, così come la capacità descrittiva di Manzoni. Ma se dovessi indicare un autore cui vorrei somigliare per indole ed impostazione culturale, sceglierei Machiavelli, fondatore della scienza politica, ma al tempo stesso scrittore efficace con una certa predilezione per le poesie, sconosciute ai più. E’un grande nell’ambito della nostra grande cultura.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

La colonna sonora esiste già. Mi spiego. Il romanzo, godibile anche da un punto di vista letterario, è impostato quale sceneggiatura di un film. Nell’ultima pagina indico, come sigla, “Zefiro torna” di Claudio Monteverdi, nel teso di Ottavio Rinuccini.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Dobbiamo amare la nostra stupenda lingua italiana, così offesa dall’ignoranza. L’argine alla barbarie è la cultura: non dimentichiamolo.

Autore: Redazione

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