Intervista a Tania Urso, autrice de "Soave" Intervista a Tania Urso, autrice de "Soave"

Intervista a Tania Urso, autrice de “Soave”

Soave

Tania Urso nasce a Torino 32 anni fa. Trasferitasi in un paese della Calabria, trascorre l’infanzia e l’adolescenza nella convinzione che non sia tutto lì, che ci debba essere dell’altro. Spostatasi a Roma tredici anni fa, si laurea in Scienze Politiche e trova lavoro in una banca d’investimenti, non perdendo mai di vista l’amore per la scrittura. Il primo dei suoi 4 romanzi esce nel 2016. Qui ci parla del suo Soave

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Mentre i miei primi romanzi sono ambientati nel patinato e “pulito” mondo dello sport, “Soave” cerca di mostrare uno spaccato crudo collocandosi in uno scenario di disagio e povertà. Ambientato nella Caracas odierna, è la storia di un’assistente sociale votata ad aiutare gli sfortunati e della sua nemesi, un boss della malavita venezuelana che sembra inspiegabilmente ossessionato da lei.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Ho sempre amato scrivere, da quando ho memoria. Saggi, articoli di giornale, recensioni. Quando ho finalmente trovato il coraggio di prendere un foglio bianco e iniziare a buttare pensieri, non sono più riuscita a fermarmi. Poco dopo mi sono accorta di avere una storia. Alla fine i protagonisti si sono creati da soli, io ho solo dato loro una possibilità. Quella di far sognare almeno un po’.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho iniziato in estate, nella tranquillità delle vacanze d’agosto, e mi ha accompagnato fino a marzo. Si sono alternati giorni di frenetico lavoro, momenti in cui scrivevo così intensamente da avere dolori alle dita, a settimane in cui i miei protagonisti tacevano, senza avere nulla da raccontarmi. Devi rispettare questi loro momenti se vuoi che, alla fine, ti svelino il finale delle loro storie.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Adoro Harry Potter e Il Trono di Spade. Al di là della tecnica comunicativa degli autori, ciò che mi affascina realmente e che vorrei possedere è la fantasia di creare dal nulla eventi surreali che non si basino solo sul concreto. I miei romanzi seguono fedelmente, nelle descrizioni di luoghi e sensazioni, la realtà. Vorrei saper rendere la mia mente più “Fantasy” e meno analitica.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Senza dubbio alcuno Moonlight Sonata di Beethoven. Rilassante al punto giusto, è una melodia non tediosa e che manca della distrazione fornita da sottofondi musicali con parole. Non riuscendo io a leggere con musiche cantate, preferisco e consiglio un sottofondo discreto e rilassante che favorisce l’immedesimazione come Moonlight.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Vivete mille volte, vivete mille vite diverse. Visitate luoghi sconosciuti e incontrate gente speciale. Fate sì che l’avventura della vostra vita sia magica. Leggete.

Autore: Redazione

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