Intervista a Flavio Artusi, autore de "Vite perfette" Intervista a Flavio Artusi, autore de "Vite perfette"

Intervista a Flavio Artusi, autore de “Vite perfette”

Vite perfette

Flavio Artusi nasce a Roma nel 1987. Lavora da quasi dieci anni come videomaker, regista, lavorando in diverse produzioni televisive e cinematografiche. Vite perfette è il suo primo romanzo. 

Parliamo subito del tuo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Vite perfette è la storia di due coppie che vivono in mondi opposti, chi ha sposato l’ideale borghese dall’apparenza perfetta e chi invece, ha sposato l’apparente libertà di una vita fatta di piccoli traffici. L’incontro tra le due coppie, porterà a scoprire la finzione che si cela dietro questa facciata, fino a portarle ad un baratro.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

L’amore per la scrittura esiste in me da sempre, da quando ho imparato a scrivere, ho riempito quaderni di storie, aneddoti, piccoli racconti e sogni (chissà dove saranno finiti). Diciamo che è qualcosa che ho innato, iniziato come svago, a volte sfogo, sicuramente un passatempo salutare. Dopo tanto allenamento, sono poi arrivato alla mia prima pubblicazione.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

La scrittura del libro mi ha richiesto quasi due anni. Contando da quando mi è venuta l’idea a quando ho messo l’ultimo punto. E’ stata un’avventura, ho cercato di immedesimarmi il più possibile nei personaggi, avendo scelto di raccontarli tutti in prima persona, sentivo che dovevo pensare come loro. Chi mi era vicino, mi diceva infatti che alcuni giorni ero particolarmente nervoso.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Forse per i temi trattati, e forse anche un po’ per lo stile uno degli autori a cui mi sento di potermi avvicinare è Chuck Palahniuk. Per il suo modo diretto, spesso in prima persona, di raccontare, per il fatto di andare molto a scavare nel torbido della mente e dell’animo umano, è sicuramente uno degli autori cui mi sento vicino e a cui tendo a ispirarmi. 

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Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Sulla musica non saprei cosa consigliare, direi qualcosa di calmo e rilassante, visto che il libro ha tinte abbastanza fosche, soprattutto nella seconda parte. E’ una specie di discesa agli inferi per tutti e quattro i personaggi, per questo metterei una musica che contrasta nettamente con questa sensazione, qualcosa di alleggerimento.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Questa è difficile… intanto un saluto a tutti e trecentomila, poi vi auguro una buona lettura, adesso poi che si avvicina la bella stagione bisogna prepararsi i libri da ombrellone.

Autore: Redazione

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