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Intervista a Maria Greco autore de “Il signor F. è morto in treno e altri racconti”

Il signor F è morto in treno Maria GrecoMaria Greco, nata a Catania, insegna latino e greco presso il Liceo Classico Mario Cutelli del capoluogo etneo. Dalla giovanile frequentazione di gruppi di lavoro legati al mondo del teatro nasce la sua ricerca di forme “mimetiche” di narrazione. Ha coordinato e diretto laboratori di lettura e di scrittura creativa. E’ tra le fondatrici di Bottega di Scrittura MG.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il Signor F. è morto in treno e altri racconti” è una raccolta di racconti umoristici, tutti incentrati sul tema dell’identità e dell’immagine.

Gli uomini o le donne protagonisti, infatti, non sono soddisfatti di se stessi o sono alla ricerca di una nuova immagine o, per qualche ragione, hanno perso la vecchia e devono recuperarla: non sono o sono solo parzialmente.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

La mia “storia vera” è tutta qui: cercare risposte all’identità di un uomo (o di una donna) chiusa in gabbia. Dovrebbe essere molto penosa, una simile situazione, mi sono detta molto presto, ma noi non ci strappiamo i capelli, direi anzi che non battiamo ciglio: siamo nati in cattività, abituati a fingere di vivere, costretti in luoghi angusti da sempre, privati del sogno, del viaggio…

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Il mio scrivere è cercare, non cerco solo risposte. Cerco soprattutto domande. Scrivo da molti anni in uno studio scuro scuro pieno zeppo di scaffali in cui i libri che sopraggiungono sono accatastati in maniera disordinata e coprono gli altri, quelli che hanno diritto di precedenza (per anzianità, direi, nella mia storia di lettrice) e, più passano gli anni… più il tempo sfugge di mano…

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Si parte da un realismo, si direbbe, lievemente umoristico. Sì, la mia visione però è di un realismo magico, forse alla Bontempelli.
La realtà cosa è? È – direte – quello che è.
Ma il sogno non è forse realtà?
Non è forse quel gruzzolo di pensieri di sentimenti, di emozioni, di desideri anche miserabili, talvolta, o alti, talaltra dell’uomo fermo, dell’attore che recita una parte? Di noi?

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Woody Allen (esecutore) – Swing A Lullaby

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Perché impazzire e, invece, non continuare a sognare? Il sogno, però, non dovrebbe essere schiavo mai. E questo è il vero dramma. Dunque un pizzico di realismo, un pizzico di magia, di realismo magico, una visione dal basso, ironia, assurdità…

Autore: Redazione

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