Intervista a Ada Grossi, autrice de "Centoquarantanove anni. Gli occhi che guardarono la Sindone" Intervista a Ada Grossi, autrice de "Centoquarantanove anni. Gli occhi che guardarono la Sindone"

Intervista a Ada Grossi, autrice de “Centoquarantanove anni. Gli occhi che guardarono la Sindone”

Centoquarantanove anni

Ada Grossi (1971), milanese, è sposata e ha una figlia. Ha alle spalle studi molto vari, dalla laurea in Architettura al dottorato di ricerca in Diplomatica, al diploma di Archivistica, fino a quello in Studi Sindonici. Ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche, soprattutto nel campo della storia medievale. In questa intervista ci parla della sua opera Centoquarantanove anni. Gli occhi che guardarono la Sindone.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È un romanzo storico: tutto comincia a Costantinopoli nel 1204, quando il veneziano Giovanni salva la vita e la virtù alla bizantina Sofia durante il terribile assedio della città. Il loro amore si intreccia presto con una missione templare, segreta e straordinaria, per condurre la Sindone di Cristo dall’Oriente corciato all’Occidente cristiano, tra mille avventure e colpi di scena.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Da ormai metà della mia vita faccio la storica medievale. Ho sempre avuto molta passione per la scrittura e fino a qualche anno fa mi sono dedicata esclusivamente a libri e saggi accademici di argomento storico. Se ho iniziato a scrivere romanzi lo devo proprio alle suggestioni che mi hanno regalato i miei studi.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Un paio d’anni. In principio fu la folgorazione di una pergamena medievale legata alla basilica di S. Ambrogio a Milano: passeggiando tra quelle venerabili campate, ho provato a immedesimarmi nell’autore di quella misteriosa pergamena e ho immaginato che vi avesse affidato un segreto… Poi, scrivere è stato come fare il gioco “unisci i puntini”, creando connessioni di fantasia tra elementi reali.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Ho voluto scrivere un romanzo ambientato nel Medioevo, ma adatto a tutti. La cornice storica è rigorosa ma non appesantisce la trama (e non è un mattone, l’ultima pagina è la 224)! Modelli? Dal Ken Follett de “I pilastri della terra” a Umberto Eco (ma in versione molto più semplice, oltre che decisamente più solare e positiva nello sguardo). Qualcuno, invece, dice che gioco a fare l’anti Dan Brown

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Amo moltissimo la musica, ma quando scrivo e quando leggo ho bisogno di silenzio. La colonna sonora adatta a 149 anni, comunque, dovrebbe essere epica, eroica e delicata, a seconda dei momenti e dei luoghi: un po’ di Ennio Morricone, un po’ di Wagner, qualcosa di esotico per l’harem di Aleppo. Oppure John Williams, che ha composto la colonna sonora di Guerre Stellari.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Auguro ai miei lettori di divertirsi a leggere 149 anni quanto io mi sono divertita a scriverlo! Grazie a tutti!

Autore: Redazione

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