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Intervista a Gina Scanzani, autrice de “Eccomi ci sono ancora”

Eccomi ci sono ancora Gina ScanzaniGina Scanzani nasce a Fiano Romano 1966, dove tutt’ora risiede. Affetta da sclerosi tuberosa trova nella scrittura un valido approdo. Nel 2013 pubblica il suo primo libro, “Eccomi ci sono ancora”.
Accantonata la malattia inizia una nuova vita, tutta arte natura e vita. Pubblica libri con Youcanprint, Lampi di Stampa, ILMIOLIBRO, Augh!
Attualmente autrice per edizioni Erickson.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca

Eccomi ci sono ancora” è un’autobiografia. In essa racconto le vicissitudini di chi affetto da una malattia rara (sclerosi tuberosa) e si trova all’improvviso a combattere un ospite inatteso. Reduce per la terza volta da un tumore mi è sembrato vedermi sfuggire la vita di mano. Il suggerimento dello psicologo si è rivelato per me fondamentale: combatterlo raccontandomi, per convincermi che si trattava solo di un ospite inatteso.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

L’amore per la scrittura ha origini remote. Nasce come sfogo ove la sofferenza si fa poesia, bisogno di evasione, e ricerca personale. La poesia fedele compagna si fa da parte nel 2012 in circostanze spiacevoli quando ho iniziato a scrivere il mio primo diario autobiografico. Considero la scrittura, una vera terapia dell’animo, poiché riesce a lenire molte sofferenze e dare stabilità all’animo stesso.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Durante i pomeriggi invernali, intorno al tavolo della sala, ho cercato di ricomporre il mio diario e trasformarlo in “Eccomi ci sono ancora”. Mia madre era il giudice che leggeva e mi diceva se andava bene come scrivevo, mio cugino mi correggeva e un caminetto mi scaldava. Tutto molto intimo.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Nel gioco delle parti mi piacerebbe somigliare a Alda Merini; per saper scrivere poesie del suo calibro. Ma obiettivamente sono lontana!

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Mi piacerebbe che ascoltassero le musiche di Ezio Bosso

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

I sogni non vanno lasciati soli ma custoditi che anche il più indifeso sogna. Se non fossi stata una sognatrice non mi sarei risollevata! Questo è rivolto a tutti sognate e credeteci

Autore: Redazione

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