Morte all'Acropoli, indagini e processi nell'Atene del IV secolo Morte all'Acropoli, indagini e processi nell'Atene del IV secolo

Morte all’Acropoli, indagini e processi nell’Atene del IV secolo a.C.

Atene, IV secolo avanti Cristo. Propilei, Acropoli, Partenone. È grande il potere di Phobos, il dio della paura. Si insinua negli animi, trasforma la virtù in viltà e gli uomini in bambini, anche i più coraggiosi. Si racconta che nella zona del vecchio porto del Falero, un licantropo esca nelle notti di luna piena a cibarsi di carne viva e che le lame non lo feriscano. Un urlo simile ad un ululato. Anche le sentinelle del Tempio di Atena stringono i denti, stringendo ognuno una lancia. Ma non è solo un cuore animale quello che rischia di cessare di battere.

Alla fine delle grandi feste in onore di Zeus Salvatore, il sacerdote anziano ha trovato vuota la stanza del Tesoro. Nessun segno di scasso, le porte sono intatte. Hanno sottratto la riserva d’oro della Città-Stato, hanno colpito al cuore la democrazia ateniese.

Andrea Maggi è un giovane professore di lettere: dalla conoscenza della storia e dalla passione per i thriller è nato il suo primo romanzo, Morte all’Acropoli. Le indagini di Apollofane, edito da Garzanti, 286 pagine.

 

L’eroe col chitone

È nato anche un nuovo protagonista seriale di vicende poliziesche, un eroe in sandali e chitone. Ha solo 24 anni e c’è da giurare che tornerà più volte a divertire i lettori con le inchieste di nera in un’epoca interessante per la sua antichità, ma allo stesso tempo eccitante per certi chiari collegamenti coi nostri tempi.

Si chiama Apollofane, controlla una buona flotta marittima per i commerci con l’estero e viene da una famiglia agiata del Demo; la madre vedova continua a produrre e vendere oli, pur potendo vivere di rendita. Ama la lotta, i processi e le donne, soprattutto quelle affascinanti e intelligenti: è palese l’ammirazione per Filossena, raffinata filosofa ed etera. Il primo hobby lo esercita allenandosi quotidianamente con l’affidabile e inseparabile schiavo Strepsiade, un gigante della Beozia, ex lottatore, barba grigia, avanti negli anni ma ancora in forze. Il secondo lo porta ad ammirare nell’Areopago le eccezionali qualità oratorie dei logografi, tanto accusatori che difensori.

Tutti contro il licantropo

Questa dimestichezza col mestiere legale, porta il giovane a debuttare nel massimo tribunale di Atene per affrontare una difesa più che disperata. Tutto è contro Eurifemo. Età indefinibile, enorme, sgraziato, senza moglie e figli, non ha mai lavorato, vive con gli anziani genitori. Soffre di una malattia orribile: ogni plenilunio è preso dal desiderio di smembrare animali e il padre risarcisce regolarmente i pastori. Questa volta, però, ad essere straziato a morsi e ucciso è Epigene, equivoco allevatore di galli da combattimento e inesperto investitore nei commerci.

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L’uomo lupo è accusato di un delitto atroce, ma Apollofane si convince della sua innocenza, complice anche una promessa fatta da bambino ad Eurifemo ma non ancora mantenuta. In più, il processo è reso eccezionalmente importante dalla presenza come presidente della giuria dell’Arconte in persona e dall’accusa retta da uno degli aristocratici più in vista, Cratilo. È un avvocato bravissimo, non ha mai perso una causa, anche se in questo dibattimento si dimostrerà stranamente impacciato e coinvolto emotivamente.

Le armi tagliano, i morsi dilaniano

La vittima, si scopre, è stata pugnalata. Perché il licantropo avrebbe dovuto farlo? Sbranarlo non è più che sufficiente? L’inchiesta del Perry Mason dell’antica Grecia procede con successo, ma solleva l’attenzione di qualcuno al quale non piace che si ficchi il naso nelle faccende di Epigene. Infatti Apollofane scampa all’agguato di due sicari grazie alle doti atletiche coltivate insieme al suo schiavo e anche per le virtù ginniche di un’insospettabile filosofa d’azione. Trova protezione da parte di Iperione, leader del movimento antimacedone.

L’esercito ateniese è impegnato nell’assedio delle ultime forze macedoni, ancora imbattute, però, a Lamia. Per questo è grave il furto delle risorse auree, indispensabili per sostenere il conflitto e sperare in una vittoria. Il colpo mette a repentaglio la sopravvivenza della democrazia. Di certo, comunque, l’oro è rimasto in città, nelle bettole non si dice altro. Troppa sorveglianza, non può essere uscito.

morte all'acropoli

 

Quanti personaggi nel romanzo di Maggi e che donne! Ci sarà spazio anche per l’irresistibile femminilità di Clea, la poetessa più ammirata ad Atene. E non va trascurato il contributo di Mida, spesso provvido rappresentante della specie ragliante. E complimenti dunque all’asino, tutt’altro che un somaro.

Morte all’Acropoli di Andrea Maggi è edito da Garzanti, e disponibile per l’acquisto su Ibs a 12,66 euro.

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Autore: EffeElle

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