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I Normanni nel Sud Italia: da immigrati a signori

normanniVennero in Italia per servirla e divennero i signori del Sud. I Normanni emigrarono in Puglia per lavoro, nei primi del Mille, scortando i pellegrini del percorso devozionale michaelico verso il santuario di San Michele sul Gargano. Furono poi assoldati per difendere i centri costieri dai saraceni e arruolati da Melo da Bari nella prima rivolta contro il dominio bizantino. Ma perché chiamarli Normanni? Chi erano? Non altro che i vichinghi, risponde lo storico Houben Hubert, docente di storia medievale dell’Università del Salento di Lecce, in un agile saggio della collana Universale Paperbacks il Mulino, “I normanni”, 142 pagine. Nel corso del X secolo, fondendosi coi discendenti di galli, romani, bretoni e franchi e adottando la loro lingua (romanza) e religione (cristiana), gli scandinavi insediati stabilmente nella Francia costiera settentrionale diventarono il popolo dei normanni. Anche quella regione venne chiamata Normandia, da anche loco prima del Mille. Praticando fiorenti commerci, non trascuravano i traffici mercantili con l’impero bizantino e questo, sempre a corto di braccia armate, attrasse verso il Mediterraneo e l’Italia meridionale contingenti sempre più numerosi di uomini. Abili naviganti, esploratori, uomini robusti rivestiti di pelli e usberghi di ferro, con le merci in una mano e la spada nell’altra. Commercianti per vocazione e guerrieri nati. A spingere nel Mezzogiorno questo nuovo popolo bellicoso ed ambizioso, fu da un lato la rivalità storica con i saraceni, dei quali non tolleravano la grande superbia, secondo il monaco Amato, storiografo Montecassinese. Dall’altro li guidava la devozione per San Michele, l’Arcangelo guerriero, cui era dedicata la spettacolare basilica di Mont Saint Michel, isolata dalle alte maree sulla costa della Normandia. In più, influiva l’affinità con una parte delle popolazioni di Campania e Puglia, di cultura e religione profondamente differenti rispetto a genti degli stessi luoghi. Chi abitava a settentrione e nel centro parlava una lingua romanza e si professava cattolico, al contrario dei residenti nella Puglia meridionale e nella Calabria, in prevalenza di lingua e cultura greca e culto ortodosso. Nell’ovest e nel sud della Sicilia vivevano soprattutto immigrati arabi e berberi, oltre ad autoctoni che avevano accettato la lingua araba e l’Islam. Nel nord-est dell’isola, in gran parte erano sopravvissute tradizioni greche. Inoltre, in tutto il territorio meridionale fiorivano comunità ebraiche, specie nelle città. I normanni irruppero in questo mosaico di genti, culture e religioni e nel giro di un secolo lo assoggettarono. A differenza della conquista dell’Inghilterra, la creazione del dominio normanno nel Sud Italia non fu un processo unitario, ma avvenne in più fasi. Prima un lento e locale stanziamento di qualche centinaio di cavalieri e poche donne, milizie mercenarie al servizio dei potenti locali. Dai 250 cavalieri normanni presenti all’inizio dell’XI secolo, il numero aumentò sensibilmente verso il 1040: 2.500 all’alba del 1100. Più che una migrazione di popolo, un’infiltrazione. Sull’asse fortificato Aversa-Melfi si concentrano schiere sempre più numerose. In breve, nello stesso secolo, i normanni cominciarono ad agire autonomamente. Nel 1071 Roberto il Guiscardo assediò Bari e la strappò ai bizantini. Per i baresi non cambiava molo, al potere dei bizantini si sostituiva quello degli “uomini del Nord”. Per il Sud, invece, si apriva la lunga stagione del Regno Normanno.

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Autore: Krauss

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