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Tu es Petrus – l’origine del papato romano

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L’autore, medico chirurgo in pensione, si è dedicato alla letteratura. Dopo il primo romanzo, “Il segreto dell’ultimo Papa”, edito da Albatros il Filo, definito “alla Dan Brown”, ha prodotto due saggi storici relativi a vicende della sua famiglia, “Il Duca e mio nonno una testimonianza familiare di storia estense” edito da Antiche Porte e “I Duchi di Leuchtenberg una famiglia europea” edito da Albatros il Filo. Successivamente si è dedicato a romanzi di ambito religioso: Lo chiamarono Jehsua, una favola sulla vita “nascosta” di Gesù, edito da Kimerik e l’attuale romanzo edito da Booksprint in cui cerca di identificarsi con il personaggio Simon Pietro, il primo degli Apostoli e primo capo della Chiesa Cattolica romana. Seguendo rigorosamente i Vangeli Canonici, gli Atti degli Apostoli e le lettere di Pietro e di Paolo, narra le sue vicende in prima persona, come se fosse un attore sul palcoscenico.

Nel primo libro, l’Autore/Pietro, racconta passo passo la vicenda terrena del Maestro. Dalla chiamata sulle rive del lago di Cafarnao, alle lunghe peregrinazioni, le predicazioni, i miracoli, gli insegnamenti, per poi giungere al culmine con la Passione, la morte in Croce, la Resurrezione,  la discesa dello Spirito Santo, l’istituzione della Chiesa primitiva e della prima Liturgia Eucaristica. Ha cercato di scavare nella psicologia di quel personaggio, rozzo e incolto, che si trova a confrontarsi con misteri e argomenti al disopra della sua umana comprensione. Pietro non manca di muovere critiche e spesso è tentato di sottrarsi alla forza misteriosa che lo costringe a seguire quello sconosciuto. Poi, man mano che scopre il fascino irresistibile dei Suoi insegnamenti viene travolto da un amore profondo che trova il suo culmine dopo il rinnegamento. E’ l’ultimo atto della sua umanità. Le Resurrezione del Maestro e il dono dello Spirito Santo, lo trasformano radicalmente. Prende in mano la situazione e inizia la sua predicazione fra i suoi fratelli ebrei, sopportando dure persecuzioni. Poi, sull’esempio del convertito Paolo, si rivolge anche ai pagani. A Gerusalemme istituisce, secondo il parere dell’Autore, la prima Liturgia Eucaristia e, sul mandato ricevuto da Gesù stesso, fonda la Chiesa primitiva.

Nel secondo libro si descrive la missione di Pietro a Roma, dove si reca per raccogliere l’eredità di Paolo, arrestato e tenuto in carcere per ordine dell’Imperatore. Questa parte è di mera invenzione. Solamente i luoghi e alcuni personaggi storici sono reali ma inseriti in un contesto fantasioso. Pietro compie due viaggi a Roma, il primo sotto l’Imperatore Claudio e il secondo, al termine del quale andrà incontro al martirio, sotto l’Imperatore Nerone. Entrambi sono percorsi parte via mare, parte via terra. Si narrano le vicende, i disagi, i pericoli, i naufragi, le soste e gli incontri con le popolazioni dei luoghi di approdo. Ad ogni episodio si descrivono con dovizia di particolari i luoghi e le vicende sempre diverse. Nei differenti luoghi, Pietro non cessa di diffondere l’Evangelo, accompagnato nel primo viaggio da due diaconi Sesto e Lucezio e nel secondo dall’Evangelista Marco. Nomina anche Presbiteri ed Episcopi che si prendano cura delle piccole comunità già esistenti o fondate lungo il cammino. Nel corso dei viaggi compie atti miracolosi che trovano il loro culmine nel primo miracolo Eucaristico. I due viaggi sono inframmezzati dal ritorno a Gerusalemme dove si svolge il primo Concilio Ecumenico di Gerusalemme (storico) in cui si dibatte se i pagani convertiti siano o meno obbligati a seguire le norme e le prescrizioni della Legge ebraica, con particolare riguardo al problema della circoncisione. Nel corso della seconda permanenza a Roma istituisce la Liturgia del Battesimo per immersione e quella dei riti della Settimana Santa con la Veglia Pasquale. Sopravvive alle persecuzioni neroniane e all’incendio della Città assistendo in prima persona ai massacri dei cristiani nel Circo. Infine, stanco e sfiduciato decide di allontanarsi da Roma e nomina come suo successore il discepolo Lino. La sua vicenda romana si conclude con l’incontro, descritto nell’apocrifo “Atti di Pietro”, con Gesù, fuori dalle mura, il quale alla domanda “Dove vai? risponde “Vado a Roma per farmi crocefiggere nuovamente”. Ancora una volta Pietro deve pentirsi della sua pusillanimità e ritorna nella Città per consegnarsi al carnefice. Prima di andare incontro alla morte, lascia al suo discepolo Lino, nominato Episcopo, e suo successore, il racconto della sua vita.

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Il romanzo è sotto forma di un lungo racconto in prima persona, con un andamento lineare che segue il corso degli eventi. I dialoghi sono ridotti all’essenziale ma luoghi e personaggi sono descritti con dovizia e precisione di particolari. Il linguaggio è appropriato e qualche piccola imprecisione storica è funzionale al racconto. Grande risalto è stato dato alla descrizione degli stati d’animo e alle reazioni emozionali e psicologiche dei personaggi principali. Ritengo che sia un buon testo, utile per interpretare l’Uomo Dio, attraverso gli occhi di un uomo come noi alle prese con l’ineffabile. E’ pure indirizzato a quanti, non conoscendo o conoscendo poco le Sacre Scritture, siano incuriositi, attraverso un approccio “soft”, ad approfondire i racconti evangelici.

Autore: carlo forni niccolai gamba

Medico chirurgo specialista in neurochirurgia. Attualmente in pensione. Ha intrapreso la carriera di scrittore. Ha pubblicato: "Il segreto dell'ultimo papa" romanzo finalista al premio Firenze 2012, Ed. Albatros.; "Il duca e mio nonno" saggio storico ed. Antiche Porte 2012; "I duchi di Leuchtenberg" saggio storico, ed. Albatros 2012; "Lo chiamarono Jehsua" romanzo, premio speciale del Presidente al concorso nazionale Un libro amico per l'Inverno. ed. Kimerik

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