Come ogni dannato giorno: intervista ad Osvaldo Risiglione Come ogni dannato giorno: intervista ad Osvaldo Risiglione

Osvaldo Risiglione racconta “Come ogni dannato giorno”

"Come ogni dannato giorno" - la cover del libro di Osvaldo Risiglione

“Come ogni dannato giorno” – la cover del libro di Osvaldo Risiglione

La più bella critica che mi è stata fatta è: <<sembra che a parlare in realtà sia sempre la stessa persona che assume diverse fisiologie!>> 

Osvaldo Risiglione autore di Come ogni dannato giorno  😉

Intervista ad Osvaldo Risiglione

1. D: Nell’introduzione lei presenta la sua opera come una “storia su un individuo” di cui il lettore non ha mai sentito parlare, però proseguendo nella lettura ci si rende conto che in realtà gli individui sono più di uno, ciascuno inserito in un contesto diverso. Qual è il fil rouge, ammesso che vi sia, tra tutti i personaggi che compaiono tra le pagine di Come ogni dannato giorno?

R: Nei miei racconti, se cosi vogliamo definirli, l’unico vero filo conduttore è l’animo umano nelle sue più assurde sfaccettature. Quei piccoli  particolari che nascondiamo agli occhi della massa, come se uniformarci portasse a qualcosa. La più bella critica che mi è stata fatta è: <<sembra che a parlare in realtà sia sempre la stessa persona che assume diverse fisiologie!>> Ho veramente goduto nel sentire questo parere, perché era ciò a cui puntavo. Quanti individui socialmente instabili nascondiamo nel nostro io più profondo? La risposta mi sembra scontata!

2. D: Il libro racconta dei “maledetti giorni” capitati a uomini e donne che vivono una vita del tutto normale, ma che non li soddisfa appieno. Qual è invece il racconto di un “maledetto giorno” della sua vita quotidiana che ricorda e di cui ci può rendere partecipi?

R: Il mio “maledetto giorno”  è stato qualche anno fa, un bel giorno di sole primaverile sono iniziati i miei spiacevoli incontri con gli attacchi di panico, una rottura epocale. Mi hanno convinto che a suscitarli sia stato il bere, e da allora non riesco più a sorseggiare una buona birra in santa pace, ma ci sto lavorando! Ovviamente a questa domanda rispondo cercando di non aprire troppo i miei cassetti.

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3. D: Lo scrittore Orlando del racconto “Affettatrice” è uno dei personaggi più sagaci tra quelli da lei creati. La domanda sorge spontanea: è possibile riscontrare un’analogia tra la personalità dello scrittore Orlando e la personalità dello scrittore Risiglione?

R: Diciamo che “ affettatrice ”, è stato il mezzo con cui ho espresso, in maniera comunque spensierata, gran parte del mio bagaglio d’ira verso un mondo che si pone in maniera del tutto indifferente al mio concetto di “ interessante ”. Resta comunque il fatto che la mia personalità riserva continuamente spiacevoli sorprese, ma su questo preferisco non lavorarci.

4. D: Nel racconto “Meritocrazia” la protagonista è una donna di strada, che racconta della sua vita difficile e di cosa vuol dire sopravvivere facendo il mestiere più antico del mondo. Quanto è stato difficile per lei in quanto uomo mettersi nei panni di una donna e raccontare il mondo da una prospettiva femminile?

R: Adoro questa domanda perché, fatta da una donna, si risponde da sola! Insomma se una donna mi pone tale quesito sa per certo di essere un campo di pensiero minato, un universo talmente complicato e talmente splendido da far paura persino a Dio (o chi per lui)!  Si “ meritocrazia ” è stato il passaggio più complicato, ma anche il più eccitante!

5. D: Come ogni dannato giorno è un libro scorrevole, che porta il lettore a identificarsi nelle esistenze solo apparentemente piatte dei protagonisti, quindi un’opera abbastanza riuscita. Crede che resterà il suo unico esperimento letterario o ha intenzione di proseguire sulla strada della scrittura?

R: Ho già un altro romanzo in via di rifinitura, ed un secondo già inoltrato. Nonostante la strada sia veramente poco illuminata confido nella mia piccola torcia.

Leggi qui la nostra recensione del libro di Osvaldo Risiglione!

Autore: Caterina Geraci

Leggo da sempre, leggo dovunque, leggo perché ritengo che vivere una sola vita sia tremendamente noioso. Soprattutto se quella vita la vivi in un paesino in provincia di Palermo. Per fortuna viaggio tanto, e non solo con la mente. Ah, dimenticavo: sono molto poco brava a descrivermi in poche righe; ma questo si era capito, no?

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