L'uomo che vestiva di bianco, Silvio Valota L'uomo che vestiva di bianco, Silvio Valota

L’uomo che vestiva di bianco, Silvio Valota

L'uomo che vestiva di bianco, Silvio Valota

L’uomo che vestiva di bianco, Silvio Valota

Un libro che invita a non ‘lasciarsi cullare dalla calma’ ma piuttosto a trovare il coraggio per intraprendere le scelte dettate dal cuore.

Si dipanano cinque storie: il racconto di un viaggio partito dall’Olanda del ‘600, bloccato dalla bonaccia; la storia del quadro di Rembrandt ‘La Ronda di Notte’; la guerra; gli amori di Rembrandt; infine la storia del narratore.

Valota tiene in equilibrio questo intreccio con una tessitura bilanciata e sciolta. Colpisce l’intensità umana di tantissimi aspetti della narrazione, che non affaticano mai il lettore. Infine, le implicazioni del fatto da cui sgorga il racconto: si pensa che si può morire in mare per una tempesta, mai per l’assenza assoluta di vento. Una sorta di metafora: si può morire per lo scatenamento di emozioni, ma anche per l’assoluta assenza di esse. Chissà se Valota, che è anche formatore manageriale, ha voluto proporci un’ulteriore chiave di lettura…

La bonaccia come attesa della rinascita. In questo “tempo sospeso”, i racconti fanno conoscere altre vite, materializzano personaggi, luoghi. Ma raccolgono anche la nostra storia, la nostra vita.

La vicenda è un potente affresco dell’epoca, con tutti gli ingredienti del romanzo di successo.

Il suggerimento può essere: non andate al cinema, leggete questo libro! Si ride, si piange, si spera insieme ai protagonisti. Quante emozioni: la grande amicizia, l’amore, la delusione, la disperazione, la passione… Lo stile diretto, pieno di particolari, dà l’impressione di essere lì a vedere e sentire la storia mai scontata dei protagonisti del quadro di Rembrandt.

Il racconto “prende”, intriga, cattura totalmente, le pagine girano svelte grazie alla prosa raffinata.

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Colpisce immediatamente lo stile impeccabile. La lettura scorre fluida, l’esposizione accessibile anche quando affronta temi di grande profondità con dialoghi che ricordano Dostoevskij.

Il libro affronta temi di grande drammaticità, ma il frequente cambio di argomento nella successione dei capitoli rende la lettura veloce, scorrevole, veramente godibile.

La narrazione è drammatica e coinvolgente, intrisa con piacevole leggerezza di storia e di arte.

Le emozioni narrate sono intense, ben descritte. I passaggi rapidi e ricchi. Il contesto vivo e vivace.

Il tutto è raccontato con sincera passione, in modo drammatico e coinvolgente. Attraverso questa tavolozza, ognuno di noi è in grado di rivedere i momenti tipici di chi vive intensamente per realizzare i propri sogni. La trama si sviluppa attraente e incalzante, sempre pregna degli elementi che accomunano tutti i personaggi: le ambizioni, i grandi progetti ed i limiti oggettivi del genere umano.

Lo stile è piano, molto colloquiale. La lettura veloce, il ritmo frizzante.

Si intuisce che l’autore ha voluto rifuggire dalle banalità, per costruire una storia articolata dalla quale è difficile staccarsi.

I protagonisti, che pare di sentir respirare alle nostre spalle, entrano ed escono di scena come ballerini, fino al finale a sorpresa.

Siamo portati a pensare quante volte ci troviamo in bonaccia e le nostre paure ci schiacciano. Temiamo che non vi sia futuro, subiamo passivamente la vita, ma alla fine la bonaccia svanisce ed il porto ci aspetta.

Un romanzo magnifico, forte, che fa pensare.

Autore: chiaracassi

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