Siddharta: il poema indiano di Hermann Hesse Siddharta: il poema indiano di Hermann Hesse

Siddharta: il poema indiano di Hermann Hesse

Siddharta di Hermann HesseLa risonanza mondiale di Siddharta, romanzo di Hermann Hesse, giunse molto dopo il 1922, e precisamente negli anni ’40 seguendo l’onda del premio Nobel del 1946.

Furono i giovani a fare di Siddharta (su lafeltrinelli.it a € 8,50) l’emblematica figura dell’inquietudine adolescenziale, della ricerca di miti, del cammino nel mondo.

Figlio di un brahmino (membro della più elevata casta indiana al quale all’epoca del brahmanesimo era riservata la funzione sacerdotale) Siddharta in un’ India remota abbandona padre e famiglia per sperimentare l’ascesi sapienziale che dovrebbe condurlo alla perfezione. È stato l’Io che da sempre ha mosso tutte le ricerche senza sosta di Siddharta.

L’Io era ciò di cui volevo apprendere il senso e l’essenza. L’Io era, ciò di cui volevo liberarmi, ciò che volevo superare. Ma non potevo superarlo, potevo solo ingannarlo, potevo soltanto fuggire o nascondermi davanti a lui. In verità, nessuna cosa al mondo ha tanto occupato i miei pensieri come questo mio Io, questo enigma ch’io vivo, d’essere uno, distinto e separato da tutti gli altri, d’essere Siddharta! E su nessuna cosa al mondo so tanto poco quanto su di me, Siddharta!

Si accorge, però che per uscire dal proprio Io e per conquistare la saggezza deve conoscere il mondo fino in fondo per poi distaccarsene. Siddharta, considerato da Hesse un “poema indiano” è frutto di studi sull’India e sul buddismo, anticipa quella fusione tra Oriente ed Occidente, approfondita poi, nel Giuoco delle perle. In esso si fondono lirica ed epica, meditazione e narrazione, elevazione mistica e sensualità.

La realtà è aldilà delle cose visibili, dice Siddartha e ognuno da’ quel che ha. Ma ammonisce: effimero è il mondo delle apparenze, effimeri, quanto mai effimeri, sono i nostri abiti, e la foggia dei nostri capelli, e i nostri capelli e i nostri stessi corpi.

Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: esser libero, restare aperto, non avere scopo. Le troppe parole impediscono di trovare pace, non colgono il significato segreto, non riescono ad esprimerlo. E la saggezza non si insegna come la scienza, si può trovare, si può vivere, ma dirla e insegnarla non si può. Così, meditando, Siddharta raggiunge la serenità.

Autore: Mariapaola De Santis

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