Celine. Viaggio al termine della notte, il racconto di un istante Celine. Viaggio al termine della notte, il racconto di un istante

Celine. Viaggio al termine della notte: il racconto di un istante

"Viaggio al termine della notte" di CelineÈ un momento, solo un istante descritto nelle sue minute pieghe. Come folgore improvvisa che si abbatte sulla vista. Tutto indistinto all’inizio, poi, nel divenire delle cose, nella sua crudele naturalità, affiorano sagome, profili, dettagli. La realtà infiocchettata si dischiude nella sua chiarezza. Qui, dove inizia Louis-Ferdinand Celine e con lui il grigio binario del senso della maturità, finisce il romanzo best-seller Viaggio al termine della notte (editore Corbaccio, disponibile su lafeltrinelli.it a € 15,81 in formato cartaceo e a € 13,99 in ebook).

Ma ripartiamo da capo. Ci troviamo immersi in un percorso di vita che mette in difficoltà il lettore, quando si pensa di averlo capito ci spiazza dribblando la difesa del senso, ambientato in un contesto quasi fluttuante, mai lo stesso, segnato dall’impulso umano e fragile del protagonista. Artista giovane e codardo, costretto dalle circostanze a sopravviversi e quindi a gettare uno sguardo lucido proiettato dentro di sé.

Ma più che di anti-eroe, figura che si sforza di sconfessare ciò che in realtà evoca, si tratta di un non-eroe. Un uomo in fondo, per dirla in breve. Le pagine di questo best-seller descrivono il fluido movimento di una ricerca. Viaggio al termine della notte a tratti cieco, quando batte la strada inebriante delle speranze, rivelatesi quasi sempre vane, a tratti amaro nelle sfregio acuto condotto ai danni del proprio sensibile.

Amore, amicizia, ruolo, identità sociale e privata. Dove finisce l’uno e inizia l’altro? Celine non se lo chiede, Celine nel suo romanzo si scompone anticipando quello che il Novecento delle arti figurative scoprirà solo decine d’anni più tardi.

Ma se volessimo definire l’intima bellezza della condivisione tra lettore e autore del romanzo, dovremmo parlare dell’abolizione di ogni retorica. Non è una scrittura pensata per sedurre chi legge, tanto meno per convincerlo di qualcosa, ma per appagare sé stessa. Scrivere per sopravviversi in mezzo ai massacri della prima guerra mondiale, ai delitti dell’Africa coloniale, al miraggio dell’America del primo Dopoguerra, in un viaggio al termine della notte.

Autore: Iacopo Bernardini

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