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La lettera di Newton

9788886568388g“Uno scrittore, impegnato da anni nella stesura di una biografia di Isaac Newton o, piuttosto, nell’analisi di quella crisi esistenziale che precedette il suo sofferto addio alla scienza, è in cerca della necessaria concentrazione per terminare il suo libro. Con questo intento prende in affitto la foresteria della casa di campagna di un’antica famiglia decaduta. Ma a distrarlo dal lavoro che fino ad allora aveva dato senso alla sua vita è la presenza di due donne destinate a incarnare facce diverse dell’amore. La sensuale Ottilia, disposta a concedersi anima e corpo, e l’aggraziata Carlotta, una bruna dall’eleganza dimessa, sempre assorta in qualche recondito rovello, sono per l’ospite della foresteria un mistero che a poco a poco offusca ogni altro pensiero.

Il suo rapporto con le due donne dà vita a un intreccio di relazioni, complesse quanto quelle delle Affinità elettive di Goethe, ma in questo caso spesso basate su un equivoco. Complici una campagna illuminata da una luce pittorica e un’atmosfera fuori dal tempo, lo scrittore finirà per vedere l’arcano laddove vi è solo la più banale delle realtà: «Non stavo inseguendo qualcosa di esotico, ma l’ordinario, il più strano e il più sfuggente tra gli enigmi»”.

Questo libro di John Banville è stato pubblicato per la prima volta in Italia dalle Edizioni Minimum fax nel 1998 e oggi ripubblicato da Guanda Editore. Perché ripubblicare un romanzo? Innanzitutto è un’operazione editoriale, non c’è dubbio, essendo Guanda l’editore italiano di John Banville. Guanda ha già tradotto e pubblicato: La spiegazione dei fatti (1991), La notte di Keplero (1993), Atena (1996), L’intoccabile (1998), Eclisse (2002), L’invenzione del passato (2003), Ritratti di Praga (2005), Il mare (2006), Isola dei fantasmi (2009).

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Sarà vera la citazione da The Sunday Times che compare in copertina e che recita: “Come far capire ai lettori che La lettera di Newton è qualcosa di straordinario?”. Perché, mi chiedo, mettere proprio in copertina questa frase? Forse perché i lettori non hanno ancora, dopo più di un decennio, colto il valore di questo testo di Banville? Questo libro viene addirittura paragonata alle Affinità elettive di Goethe, non solo per i nomi dati alle due donne, Carlotta e Ottilia, gli stessi usati da Goethe, ma per il modo di raccontare le relazioni umane. Sarà vero?

Un’indolenza che porta alla rinuncia, questo è ciò che personalmente ricavo da questo testo. Il protagonista è indolente nel lavoro, il libro su Newton non lo finirà, ed è indolente nelle relazioni umane, tanto che non riesce ad accorgersi di ciò che realmente sta capitando attorno a lui. Perso nelle sue fantasie di sapore romantico si lascia vivere. Banville conclude il romanzo con queste parole: “Comunque, ci tornerò. E alla fine, mi viene in mente soltanto in questo momento, alla fine naturalmente riprenderò il libro e lo finirò: una rinuncia del genere non è di questo mondo. E tuttavia ho paura. Dovrò di nuovo partire, lasciando la mia ricerca, il mio libro e tutto il resto non finito? Mi sveglierò di nuovo tra pochi mesi, tra pochi anni, a pezzi e disilluso, in mezzo a nuove rovine?”.

Elisa Sanacore

Autore: admin

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